Accordo ACCOBAMS

Accordo ACCOBAMS

Nel novembre 1996 è stato raggiunto a Monaco un Accordo per la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nelle contigue aree atlantiche; tale accordo, denominato ACCOBAMS (Agreement on the Conservation of Cetaceans of the Black Sea, Mediterranean Sea and contiguous Atlantic area) è stato firmato da quasi tutti i paesi del Mediterraneo. L’Italia ha ratificato l’accordo il 10 febbraio 2005 con legge n°27 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 marzo dello stesso anno e secondo quanto previsto dall’accordo medesimo l’Italia è divenuta Parte Contraente dell’Accordo nel 1° settembre 2005.
L’Accordo ACCOBAMS deriva direttamente dalla Convenzione sulle Specie Migratorie (convenzione di Bonn, CMS),  una Convenzione Internazionale in ambito UNEP, ed è un accordo a scala regionale, attualmente comprendente 24 Parti Contraenti del bacino Mediterraneo, Mar Nero e zona Atlantica contigua.


Gli obiettivi dell’Accordo


L'Accordo intergovernativo ha l’obiettivo quindi di ridurre le minacce nei confronti dei cetacei, migliorando la conoscenza di questa specie animale. È uno strumento legale di conservazione basato sulla cooperazione la quale fornisce la dimostrazione dell'impegno dei Paesi rivieraschi a preservare tutte le specie di cetacei e i loro habitat all'interno dell'area geografica dell'Accordo mediante l'applicazione di misure più rigorose di quelle definite nei testi adottati in precedenza.
ACCOBAMS prevede l'adozione di tutte le misure necessarie alla protezione, alla conservazione e alla gestione della specie di cetacei presenti in Mediterraneo, la compilazione di liste nazionali di specie rischio e il conferimento ad esse di “status di specie protette”, ed è caratterizzato dall’individuazione delle attività da sviluppare e porre in essere a cura delle Parti Contraenti per la tutela delle popolazioni di cetacei: gli obblighi dell’accordo prevedono:


adozione ed attuazione della legislazione nazionale di norme specifiche di tutela dei cetacei, con particolare in riferimento alla regolamentazione della pesca allo scopo di limitare gli effetti dannosi sulle popolazioni dei cetacei;

  • conduzione di attività di valutazione e gestione delle interazioni uomo-cetacei;
  • protezione degli habitat anche attraverso l’istituzione di AMP ad hoc sul modello proposto dallo specifico Protocollo (del 1995) della Convenzione di Barcellona;
  • promozione della ricerca scientifica e del monitoraggio, analisi dell'impatto delle attività umane, studio di misure di prevenzione di minacce quali l'inquinamento chimico, il degrado degli habitat e delle altre cause di disturbo antropico;
  • potenziamento delle capacità, elaborazione di programmi di informazione ed educazione rivolti agli utenti del mare sui problemi connessi alla conservazione dei cetacei;
  • vigilanza sullo status delle popolazioni e capacità di risposta a situazioni di emergenza, anche attraverso lo sviluppo di una capacità di pronto intervento in caso di rinvenimento di esemplari feriti, malati o in difficoltà.

L'Area dell'Accordo comprende tutte le acque marittime del Mar Nero, del Mediterraneo e della contigua area atlantica ad ovest dello Stretto di Gibilterra. L'Area comprende il Santuario Pelagos dedicato ai mammiferi marini nel Mediterraneo nord-occidentale e istituito da Francia, Italia e Monaco.




ACCOBAMS è il primo Accordo che vincola i Paesi di queste sotto-regioni a collaborare per la conservazione dei cetacei. Un aspetto innovativo di questo accordo consiste nell'includere i paesi non rivieraschi le cui attività marittime rischiano di mettere a repentaglio la conservazione dei cetacei.
La ratifica dell’emendamento comporta una variazione significativa dell’estensione territoriale dell’Accordo sulla conservazione dei cetacei nel Mar Nero, Mar Mediterraneo e aree atlantiche contigue (ACCOBAMS), che al momento dell’entrata in vigore si amplierà fino ad includere anche l’intera estensione delle acque di giurisdizione (ZEE) atlantiche della Spagna e larga parte di quelle del Portogallo, con l’esclusione delle acque di giurisdizione che circondano gli arcipelaghi atlantici portoghesi.
L’entrata in vigore dell’emendamento consentirà pertanto ai Paesi firmatari dell’Accordo, nelle acque interessate dall’ampliamento, di garantire una omogenea applicazione del regime di tutela, delle risoluzioni e degli impegni adottati in seno ad ACCOBAMS a tutte le specie di cetacei presenti, peraltro già tutte specificamente tutelate dalla normativa della UE, che vieta la cattura o il disturbo intenzionale o collegato ad attività antropiche di tutte le specie di cetacei.


Le strutture dell’Accordo


Gli Organi Istituzionali dell’Accordo risultano costituiti da:


  • Il Segretariato Permanente;
  • 4 Unità di Coordinamento subregionali;
  • L’Ufficio di Presidenza o Bureau costituito dal Paese che ha la presidenza e dai vicepresidenti eletti nel corso della riunione;
  • il Comitato Scientifico;
  • Il Meeting delle Parti Contraenti


Il Segretariato Permanente ha sede a Monaco (Montecarlo), ed è retto da un Segretario Esecutivo nella persona di M.me Susana Salvador.
L’Ufficio di Presidenza si riunisce di regola una volta l’anno; i suoi compiti sono:

  • fornire direttive di politica generale e direttive operative e finanziarie al Segretariato dell’Accordo ed alle Unità di Coordinamento per l’attuazione e la promozione dell’Accordo;
  • portare a termine le attività intersessionali che possono risultare necessarie o che gli sono affidate dalla Riunione delle Parti e rappresentare le Parti presso il Governo del Paese ospite del Segretariato dell’Accordo e della Riunione delle Parti, del Depositario e di altre organizzazioni internazionali per questioni relative a questo Accordo ed al suo Segretariato.

Il Comitato Scientifico è l’organo consultivo della Riunione delle Parti Contraenti ed è composto da esperti qualificati nella scienza della conservazione dei cetacei; per garantire un’equilibrata rappresentazione geografica è previsto un meccanismo di designazione di alcuni dei membri del comitato scientifico (quattro rappresentanti e quattro supplenti su dodici membri complessivi compreso il Chair) che sono individuati dalle Parti nella misura seno ai capi delegazioni dei paesi appartenenti alle rispettive aree regionali.
I compiti del Comitato Scientifico sono:


  • fornire consigli alla Riunione delle Parti relativamente alle questioni scientifiche e tecniche relative all’applicazione dell’Accordo e, secondo i bisogni, individualmente alle Parti stesse negli intervalli fra le sessioni tramite l’unità di coordinamento della subregione interessata;
  • dare un parere sulle linee direttive, esaminare le valutazioni predisposte nel quadro di quanto previsto dall’Accordo nell’Annesso 2;
  • formulare raccomandazioni alla Riunione delle Parti circa il loro sviluppo il loro contenuto, la loro attuazione;
  • esaminare le valutazioni scientifiche sullo stato di conservazione delle popolazioni di cetacei;
  • dare un parere sullo sviluppo ed il coordinamento dei programmi internazionali di ricerca e di sorveglianza continuativa, e formulare raccomandazioni alla Riunione delle Parti riguardo a ricerche supplementari da effettuare;
  • facilitare gli scambi di informazioni scientifiche e di tecniche di conservazione;
  • preparare per ciascuna sessione della riunione delle Parti un rapporto sulle sue attività, che sarà sottoposto al segretariato dell’Accordo al più tardi centoventi giorni prima della sessione della Riunione delle Parti e diramato dal segretariato dell’Accordo a tutte le Parti;

  • formulare, il prima possibile, un parere sulle deroghe che gli sono state richieste, secondo l’Articolo II paragrafo 2 dell’Accordo ed espletare, ogni compito che gli sarà affidato dalla Riunione delle Parti.


Il Meeting delle Parti Contraenti si svolge con cadenza triennale; in ciascuna delle sue sessioni ordinarie, la Riunione delle Parti:

  • esamina le valutazioni scientifiche dello stato di conservazione dei cetacei nella zona dell’Accordo e degli habitat importanti per la loro sopravvivenza, nonché i fattori suscettibili di nuocere loro;
  • esamina i progressi compiuti e le eventuali difficoltà incontrate per l’attuazione dell’Accordo, in base ai rapporti delle Parti e del Segretariato;
  • emette delle raccomandazioni alle Parti ed adotta misure specifiche per migliorare l’efficacia del presente Accordo;
  • esamina ogni proposta e prende ogni decisione di emendamento del presente Accordo ritenuta necessaria;
  • adotta un bilancio preventivo per l’esercizio successivo e decide di ogni questione relativa alle norme finanziarie dell’Accordo;
  • esamina le norme relative al segretariato dell’Accordo, alle unità di coordinamento ed al Comitato scientifico;
  • adotta un rapporto che sarà comunicato alle Parti del presente Accordo, nonché alla Conferenza delle Parti della Convenzione.


L’attività Italiana nell’ambito dell’Accordo ACCOBAMS


L’Italia è, assieme alla Francia, il principale contribuente finanziario dell’Accordo, con un contributo ordinario annuo di € 62.160, fissato dalle Parti in base ai parametri contributivi ONU.
A tale contributo ordinario si sono succeduti negli anni numerosi contributi volontari: in particolare, negli anni dal 2016 ad oggi l’intero ammontare dei fondi nazionali destinati all’attuazione dell’Accordo su scala nazionale è stato impegnato, quale contributo volontario – ca. 230.000 euro/anno) rispettivamente dedicato all’ACCOBAMS Survey Initiative e ad attività previste dai Work Programmes triennali, mirati su temi ed attività di particolare valenza nazionale Italiana.
Le caratteristiche e lo stato di attuazione al momento della avvenuta ratifica da parte italiana (febbraio 2005) hanno comportato il “fare proprio” l’Accordo, partecipando all’interno di un sistema già strutturato ed avviato; infatti, pur essendo già state avviate precedentemente, in qualità di Stato ricadente nell’area, collaborazioni dirette con il Segretariato e con il Comitato Scientifico, l’Accordo ACCOBAMS è stato ratificato dall’Italia nel febbraio 2005.
L’implementazione in ambito nazionale, fino al 2015, ha avuto luogo mediante il finanziamento diretto di numerosi progetti, presentati da Università, gruppi di ricerca pubblici e privati, associazioni ambientaliste tutte nazionali, selezionati in coerenza con le prescrizioni previste dall’Accordo e le decisioni assunte nel quadro delle varie MoP, segnatamente con il Piano di Conservazione di cui all’Annesso 2 dell’Accordo e con i Programmi di Attività triennali a partire da quello 2005-2007 ad oggi, e con specifiche Risoluzioni in particolare relative alla costituzione di una rete nazionale spiaggiamenti ed organismi ad essa funzionali, a specie “target”, ad inquinanti emergenti, a sperimentazioni di metodiche innovative di indagine (aerial surveys, telemetria satellitare, droni).
Tutte le attività di gestione istituzionale, studio e ricerca condotte a livello nazionale Italiano a partire dal triennio 2005-2007 ad oggi sono state funzionali allo sviluppo dell’Accordo, ed hanno condotto il Ministero sia a raggiungere, in un primo triennio, gli elementi per proseguire l’azione di tutela e salvaguardia dei cetacei che, successivamente in modo ancor più mirato nei trienni successivi, risultati di livello internazionale per la qualità e tipologia di risultati ottenuti e metodiche impiegate tra cui, forse prima tra tutte, la dimostrazione scientifica della migrazione stagionale delle Balenottere nel Mediterraneo, dalle acque circostanti le isole di Lampedusa e Pantelleria fino nel Santuario Pelagos.