Storia e Geografia
A partire dalla seconda metà del 1800 e per circa un secolo le Marche sono state, dopo la Sicilia, la seconda regione italiana per la produzione di zolfo; i suoi principali poli estrattivi erano la miniera di “Perticara-Marazzana” nel comune di Novafeltria (PU) e la miniera di Cabernardi-Vallotica nel comune di Sassoferrato (AN) (foto G. Carotti).
Il minerale di zolfo (foto G. Carotti) si formò nel Miocene, circa sette milioni di anni fa, quando in seguito all'abbassamento del livello marino iniziò la deposizione gessoso-solfifera; lenti di gesso, calcari solfiferi, salgemma e altri sali solubili intercalati a depositi terrigeni, ai quali sono da collegare tutte le più importanti miniere sulfuree nazionali.
Quando le Alpi ebbero origine tutti i terreni furono fortemente modificati; gli strati marchigiani si posizionarono a Cabernardi in senso subverticale e questo spiega lo sviluppo in profondità del sito. Negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale queste due miniere davano ciascuna lavoro ad oltre 1.700 persone e producevano complessivamente oltre 100.000 tonnellate annue di zolfo; il giacimento solfifero fu molto importante per la popolazione del luogo, poiché riuscì per circa novant'anni a portare benessere e prosperità. Agli inizi degli anni '50 ci fu un drastico ridimensionamento dell'attività estrattiva; nonostante le lotte e le proteste dei lavoratori le miniere chiusero definitivamente. Il "Parco museo minerario delle miniere dello zolfo delle Marche", più brevemente indicato come “Parco dello Zolfo delle Marche”, è finalizzato alla conservazione di importanti testimonianze della cultura mineraria italiana (carrello per il trasporto del minerale, foto G. Carotti).