Flora e Fauna
Gli ecosistemi del Parco Nazionale del Vesuvio seguono le tipiche successioni vegetazionali della macchia mediterranea; gli ambienti vesuviani e quelli sommani presentano tuttavia caratteristiche diverse: sono più aridi ed in alcuni casi oggetto di rimboschimenti con diverse forme di conifere. Si tratta per lo più di pino domestico e pino marittimo, utilizzati per mitigare i fenomeni franosi; a queste due specie si aggiungono, meno frequenti, il pino nero ed il pino d’Aleppo.
Procedendo dall'alto verso il basso si incontrano le piante pioniere colonizzatrici dei suoli lavici, tra le quali predomina il lichene Stereocaulon vesuvianum (A.Nardi/Panda Photo), dominante incontrastato soprattutto sulle colate laviche più recenti, dal tipico aspetto grigio e filamentoso.
Sulle colate più antiche a questo lichene si affiancano diverse specie pioniere, tra cui la valeriana rossa, l'elicriso, l'artemisia, adattate a vivere su suoli incoerenti e mobili, oltre che aridi a causa dell'elevata percolazione in profondità delle acque meteoriche.
Vale la pena di sottolineare che il territorio vesuviano offre la possibilità di osservare l'evolversi della colonizzazione vegetale su colate laviche di diversa età.
Alle associazioni pioniere si sostituiscono gradualmente estesi ginestreti (F.Parlato/Panda Photo) ed i vari stadi della macchia di leccio, che lentamente sta prendendo il posto anche delle pinete piantate dall'uomo.
Le pendici settentrionali del monte Somma, più umide, sono invece colonizzate da ampi castagneti, mentre al di sopra dei 900 metri prevalgono i boschi misti di latifoglie, ricchi di sottobosco e costituiti, oltre che dal castagno, da roverella, carpino nero, orniello, ontano napoletano, varie specie di acero, e resi ancora più interessanti per la presenza di alcuni nuclei sparsi di betulla, relitto di boschi mesofili presenti nell'area in passato.
Dove l'umidità è maggiore, alle specie arboree citate si affiancano anche i pioppi neri e il salicone.
A completamento di queste brevi note floristiche e vegetazionali va segnalato che sono state censite oltre 100 specie di briofite, per l’esattezza 23 epatiche e 100 muschi, oltre 214 specie di funghi e 23 specie di orchidee selvatiche.
Più di 900 specie vegetali hanno popolato il complesso vulcanico, considerando quelle estinte e quelle la cui colonizzazione è recente; l’impoverimento del patrimonio floristico vesuviano va ricondotto all’accentuarsi della antropizzazione, soprattutto negli ultimi decenni. Studi recenti hanno consentito di appurare attualmente 610 entità, delle quali oltre il 40percento è costituito da specie mediterranee, il 20percento è rappresentato da specie cosmopolite, mentre sono poco rappresentate le specie endemiche, con solo 18 entità, probabilmente per le numerose ricolonizzazioni che hanno seguito le cicliche manifestazioni eruttive del vulcano. Tra queste ultime, quella che può considerarsi veramente rara è la silene giraldi, presente, oltre che sul Vesuvio, anche a Capri ed a Ischia.
Sul versante della fauna, nonostante l’area del Parco abbia assunto, per la sua antropizzazione, caratteristiche in qualche modo assimilabili a quelle di un’isola biogeografica, la sua fauna è notevolmente interessante ed è stata protagonista di ripetute colonizzazioni a seguito delle cicliche eruzioni del Vesuvio.
Inoltre, la vicinanza alla fascia costiera, le favorevoli condizioni climatiche e la grande diversità ambientale hanno contribuito a consentire l’istaurarsi di una notevole biodiversità; soprattutto le fasce ecotonali, tra i numerosi agrosistemi presenti, ospitano comunità animali ricche e diversificate, costituita, in parte, da specie sinantropiche.
Sono state accertate 2 specie di anfibi, 8 specie di rettili, 139 specie di uccelli, 29 specie di mammiferi (incluse 12 specie di chirotteri), e si contano almeno 1229 specie di artropodi e tra questi 44 specie di lepidotteri diurni (Charaxes jasius, Foto G. Carotti), 8 famiglie di apoidei e formicidi.
Rispetto al secolo scorso sono scomparse alcune specie, quali lo scoiattolo, l'istrice ed il gatto selvatico tra i mammiferi, l'astore ed il gufo reale tra gli uccelli, ma l'istituzione dell'area protetta ha determinato un incremento di specie, specialmente vertebrate.
Gli anfibi presenti sono il rospo smeraldino (Bufo viridis) e la rana verde (Rana esculenta); il primo è diffuso alle quote medio-basse, la seconda è invece localizzata laddove sono presenti pozze o vasche artificiali. Tra i rettili si segnala il cervone (Elaphe quatuorlineata) (G.Marcoaldi/Panda Photo) ed il saettone occhi rossi (Zamenis lineatus), entrambi molto rari.
Tra i mammiferi sono da segnalare il ghiro (Glis glis), il topo quercino (Eliomys quercinus) (B.Midali/Panda Photo), il mustiolo (Suncus etruscus) (R.Ragno/Panda Photo), la crocidura minore (Crocidura suaveolens), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) ed il moscardino (Muscardinus avellanarius), soprattutto negli ambienti boscati.
Due le specie di lagomorfi accertate: il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), protagonista di una notevole espansione demografica, ed oggetto di particolare attenzione per le problematiche di gestione connesse ai danni causati alle produzioni agricole, e la lepre europea (Lepus europaeus), presente con una discreta densità di popolazione.
I predatori sono rappresentati dalla volpe (Vulpes vulpes) (G.Cappelli/Panda Photo), diffusa in tutti gli habitat del territorio vesuviano, compresi quelli densamente antropizzati, la faina (Martes foina), anch'essa presente in tutto il territorio, prediligendo però gli ambienti forestali, e la donnola (Mustela nivalis), comune soprattutto nel versante sommano.
La classe degli uccelli rappresenta sicuramente il taxon più rappresentato nel Parco, perché il complesso vulcanico, essendo posto lungo le rotte migratorie del Paleartico occidentale, ed essendo l’unico rilievo montuoso isolato in un’ area pianeggiante, riveste una fondamentale importanza ed un sicuro riferimento per numerosi migratori che vi sostano durante i passi; tra questi vale la pena citare il falco di palude (Circus aeruginosus), il grillaio (Falco naumanni), la ghiandaia marina (Coracias garrulus) (H.Ausloos/Panda Photo), l'averla capirossa (Lanius senator).
Infine, per quanto attiene la fauna invertebrata, in una recente pubblicazione sugli artropodi del Parco vengono segnalate 3 specie di coleotteri nuove per la scienza (Lampyrys vesuvius vesuvius, Dienerella sp., Epuraea sp), 2 entità nuove per la fauna italiana (il coleottero Mycetoporus bosnicus ed il dittero Docosia sp.), 5 specie nuove per l’Italia continentale (il ragno Zelotes senape, la blattaria Ectobius aeoliensis, Mycomya permixta, Plactycranus hartigi, Bathytropa granulata), 25 specie nuove per l’Italia meridionale, 44 nuove specie per la Campania. Sono infine incluse in categorie IUCN, 20 specie di artropodi del Parco.