Cosa la minaccia

In Italia, mentre molte popolazioni animali sono in espansione, sia dal punto di vista geografico che numerico - basti pensare al cinghiale Sus scrofa (M. Campora/Panda Photo), al cervo Cervus elaphus, al lupo Canis lupus e agli alieni come la nutria Myocastor coypus - molte altre sono in rapida diminuzione e in alcuni casi sono sul punto di estinguersi.

Cinghiale (Sus scrofa - M. Campora/Panda Photo)

Il fatto non rappresenta una novità assoluta, le specie si sono sempre estinte da quando la vita ha fatto la sua comparsa nel pianeta, ma negli ultimi tempi è di gran lunga variato il tasso di estinzione, cioè il numero di specie estinte per milione ogni anno. Prima della rivoluzione industriale a livello mondiale era compreso fra 0,1 e 1, mentre attualmente è superiore a 100.

Il fenomeno dell'estinzione su scala globale è uno degli elementi che determinano la riduzione della biodiversità, interessata anche dal fenomeno dell'estinzione locale delle popolazioni e dalla riduzione della variabilità genetica intraspecifica. Secondo l'IUCN (International Union for Conservation of Nature) su 70.294 specie sottoposte a valutazione, 20.934 specie sono minacciate e sono classificate nelle varie categorie individuate dalla Lista Rossa.

In Italia il fenomeno della riduzione della biodiversità è profondamente avvertito: fra i vertebrati si contano alcune specie estinte (fra queste l'avvoltoio monaco Aegypius monachus che fino alla metà dello scorso secolo nidificava in Sardegna, e la quaglia tridattila Turnix sylvatica ormai da tempo scomparsa dalla Sicilia), si contano molte specie con popolazioni rarefatte e circoscritte in via di sparizione, come l'avvoltoio capovaccaio (Neophron percnopterus, M. Piacentino/Panda Photo).

Avvoltoio capovaccaio (Neophron percnopterus - M. Piacentino/Panda Photo).

Non è neanche trascurabile l'insidioso fenomeno della riduzione della variabilità genetica intraspecifica dovuta all'effetto "collo di bottiglia", particolarmente evidente nel caso di popolazioni reintrodotte a partire da un limitato numero di fondatori, ovviamente portatori solo di una piccola frazione della variabilità genetica della specie. La popolazione di orso bruno marsicano (Ursus arctos - G.Marcoaldi/Panda Photo), di lontra (Lutra lutra), di camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata - M. Branchi/Panda Photo) e di molti endemismi fra anfibi e rettili sono molto omogenee dal punto di vista genetico, fatto che rappresenta un'insidiosa ipoteca sul loro futuro rendendole vulnerabili ai fattori ambientali, non ultimo dei quali l'ibridazione con popolazioni rinselvatichite come avviene nel caso del lupo e del gatto selvatico.

Orso bruno marsicano (Ursus arctos - G.Marcoaldi/Panda Photo

Camoscio appenninico - Rupicapra pyrenaica ornata (M. Branchi/Panda Photo) 

Per monitorare la situazione delle popolazioni, animali e vegetali, sono utili le Liste Rosse, documenti continuamente aggiornati che classificano le specie in categorie standard, universalmente accettate, in base al grado di minaccia che incombe su di loro.