Flora e Fauna
A Castelporziano sono presenti la maggior parte degli ecosistemi costieri tipici dell’ambiente mediterraneo (foto P. Gherardi).
Procedendo dal mare verso l’entroterra si incontrano un tratto di spiaggia integra, dune sabbiose con le tipiche piante pioniere che svolgono un’azione di consolidamento delle sabbie, dune antiche stabilizzate ed aree a macchia bassa ed alta con le tipiche specie sempreverdi ed aromatiche: corbezzolo (L.Cianciotto/Panda Photo), cisto, erica (M.Melodia/Panda Photo), ginepro (F.Cianchi/Panda Photo), lentisco, mirto, fillirea, alloro, alaterno e ginestra (M.Zampetti/Panda Photo).
Di seguito si attraversano l’ambiente a lecceta, le pinete di pino domestico (foto P. Gherardi), il bosco misto di querce (foto P. Gherardi), la sughereta, i pascoli per gli allevamenti del bestiame e le aree per le coltivazioni dei cereali (foto P. Gherardi).
La maggior parte della Tenuta è costituita da bosco di querce sempreverdi e caducifoglie e, in prossimità delle zone umide, da specie più prettamente igrofile. E’ questo l’ultimo lembo relitto di quelle vaste foreste e dei boschi che un tempo si estendevano lungo tutta la costa laziale. Negli ambienti meno accessibili la foresta è ricca di alberi monumentali: sono stati individuati 52 patriarchi verdi appartenenti a 16 diverse specie. Alla grande varietà di vegetazione corrisponde un’analoga ricchezza di specie animali. Gli ungulati vivono allo stato selvatico; insieme a cinghiali e daini (G.Marcoaldi/Panda Photo) sono presenti numerosi caprioli (L.Vinco/Panda Photo) e più modesti nuclei di cervo.
La foresta è popolata da numerosi altri mammiferi: fra i mustelidi la martora, la puzzola, la faina (L.Ardeidas-F.Camara/Panda Photo) e il tasso, fra i roditori l’istrice (E. Coppola/Panda Photo), la lepre e il coniglio selvatico.
Di particolare interesse zoologico sono il cinghiale maremmano in purezza (S.Meyer/Panda Photo) della sottospecie italica e la lepre mediterranea.
La foresta di Castelporziano offre anche un ottimo rifugio a varie specie ornitologiche sia stanziali che migratorie. Il querceto centenario rappresenta un ambiente idoneo per picchi (B.Midali/Panda Photo), ghiandaie, rapaci notturni, civette, allocchi (P. de Meo/Panda Photo) e barbagianni (M.Lanini/Panda Photo).
Nel periodo primaverile l’avifauna si arricchisce di altre specie come il rigogolo, la tortora, il nibbio bruno e molte altre specie di insettivori.