La biodiversità, ossia la straordinaria varietà di ecosistemi e specie che ci circonda, non solo costituisce una risorsa in se stessa, ma fornisce alla società un’ampia gamma di servizi ecosistemici dai quali dipendiamo, dalla fornitura di cibo ed acqua dolce all’impollinazione, alla protezione dalle inondazioni e così via. Tuttavia, la biodiversità sta attraversando una fase critica. In Europa quasi un quarto delle specie selvatiche è attualmente minacciato di estinzione e il degrado della maggior parte degli ecosistemi ha raggiunto un’entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire i loro preziosi servizi. Tale degrado si traduce in enormi perdite socioeconomiche per i paesi dell’Unione.
Le cause principali della perdita di biodiversità (cambiamento degli habitat, eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, introduzione e diffusione di specie esotiche invasive e cambiamenti climatici) si sono aggravate, annullando gli effetti positivi delle azioni intraprese per arginarne la perdita.
Obiettivo chiave per il 2020
Nel quadro della Convenzione per la diversità biologica, nel 2011 la Commissione Europea ha adottato una nuova strategia che definisce il quadro per l’azione dell’Unione Europea nel prossimo decennio al fine di conseguire l’obiettivo chiave fissato per il 2020: porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici e ripristinarli nei limiti del possibile, intensificando al tempo stesso il contributo dell’UE per scongiurare la perdita di biodiversità a livello mondiale.
La strategia sarà realizzata attraverso un quadro comune di attuazione con la partecipazione della Commissione Europea e degli Stati membri, in partenariato con le principali parti interessate e la società civile. Essa poggia su un solido quadro di riferimento sullo stato della biodiversità e degli ecosistemi in Europa, di cui ci si avvale per monitorare i progressi compiuti.
L’Unione continuerà inoltre a svolgere un ruolo attivo a livello internazionale, contribuendo a garantire che siano rispettati gli impegni globali assunti nel 2010 con il Piano Strategico per la Biodiversità.
Visione per il 2050
La visione al 2050 prevede che la biodiversità e i servizi ecosistemici da essa offerti — il capitale naturale dell’Unione Europea — saranno protetti, valutati e debitamente ripristinati per il loro valore intrinseco e per il loro fondamentale contributo al benessere umano e alla prosperità economica, onde evitare mutamenti catastrofici legati alla perdita di biodiversità.
La strategia europea si articola intorno a sei obiettivi complementari e sinergici incentrati sulle cause primarie della perdita di biodiversità e volti a ridurre le principali pressioni esercitate sulla natura e sui servizi ecosistemici. Ogni obiettivo si traduce in una serie di azioni legate a scadenze temporali e altre misure di accompagnamento.
Obiettivo 1: conservare e ripristinare l’ambiente naturale
L’Unione Europea deve dare piena attuazione delle direttive ‘Uccelli’ e ‘Habitat’. Le direttive sono la colonna portante della politica europea in materia di biodiversità e ad oggi hanno registrato alcune importanti realizzazioni come la creazione di Natura 2000: la più grande rete mondiale di zone protette che copre più di 750.000 km2. Tuttavia i progressi sono ancora insufficienti per conseguire uno stato di conservazione soddisfacente di tutti gli habitat e le specie di importanza europea. Per raggiungere il primo obiettivo di questa strategia, gli Stati membri devono:
Obiettivo 2: preservare e valorizzare gli ecosistemi e i loro servizi
L'integrazione di un’infrastruttura verde, il ripristino di almeno il 15 % degli ecosistemi degradati entro il 2020 e lo sviluppo di un’iniziativa volta a garantire che non vi siano perdite nette di ecosistemi e dei relativi servizi entro il 2015 sono misure indispensabili per conservare e valorizzare i servizi ecosistemici (ad esempio, l'impollinazione delle colture da parte delle api).
Obiettivo 3: garantire la sostenibilità dell'agricoltura e della silvicoltura
Gli strumenti previsti nell'ambito della Politica Agricola Comune (PAC) dovrebbero contribuire ad estendere le superfici agricole coltivate a prati, seminativi e colture permanenti attraverso misure di biodiversità entro il 2020. Saranno attuati piani di gestione forestale o strumenti equivalenti per tutte le foreste di proprietà pubblica e per le aziende forestali di dimensioni superiori a una determinata superficie. Le misure adottate per garantire una gestione sostenibile in entrambi i settori devono contribuire anche al conseguimento degli obiettivi 1 e 2 della strategia.
Obiettivo 4: garantire la pesca sostenibile
Le misure adottate nel quadro della riforma della politica comune della pesca dovrebbero permettere di conseguire il rendimento massimo sostenibile entro il 2015. Grazie ad una gestione della pesca senza effetti negativi sugli altri stock, specie ed ecosistemi, sarà possibile conseguire un buono stato ecologico entro il 2020, in linea con la direttiva quadro Strategia per l'ambiente marino.
Obiettivo 5: combattere le specie aliene invasive
Ad eccezione della legislazione relativa all’impiego in acquacoltura di specie esotiche e di specie localmente assenti, non esiste attualmente a livello dell’UE una politica globale specifica per combattere contro le specie esotiche invasive. Tuttavia, queste specie sono una grave minaccia per la biodiversità europea. E’ quindi necessario classificarle, isolarle o sradicarle, e controllare la loro introduzione per evitare la comparsa di nuove specie.
Obiettivo 6: gestire la crisi della biodiversità a livello mondiale
L'UE deve intensificare il suo contributo alla lotta contro la perdita di biodiversità a livello mondiale mantenendo gli impegni assunti in occasione della 10a conferenza delle parti (CoP10) della convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (Nagoya, 2010).
PER APPROFONDIRE
La strategia in sintesi (PDF)
Testo ufficiale della Strategia europea per la biodiversità verso il 2020