Flora e Fauna
L’area del Parco è caratterizzata da un’accentuata boscosità (circa l’80percento), che diviene foresta secolare negli oltre 10.000 ettari delle “Foreste demaniali Casentinesi” e nella Foresta che avvolge il Santuario Francescano della Verna.
Oltre alla vegetazione della fascia montana, troviamo ben rappresentate anche tutte le tipologie di bosco della sottostante fascia submontana: ostrieti dominati dal carpino nero, boschi di querce a cerro e a roverella, castagneti (soprattutto nella zona di Camaldoli e a Castagno d’Andrea nel versante fiorentino) (L.Manieri/Panda Photo), rimboschimenti di pino nero. Tra gli alberi ricordiamo la rara cerro-sughera e, in luoghi caldi e rocciosi, alcuni esemplari relitti di leccio; ma la flora è costituita soprattutto dalle specie erbacee: oltre 1100 le specie autoctone.
Il popolamento più prezioso si trova nel massiccio M.Falco-Falterona, dove vegetano specie floristiche rare e protette di interesse fitogeografico, che qui incontrano il limite settentrionale e meridionale del proprio areale di distribuzione. Nei prati, nelle radure e soprattutto nelle rupi e nelle cenge erbose di questa montagna si è conservato il ricordo di migliaia d’anni di evoluzione naturale. Tra le specie citiamo l’anemone a fiori di narciso (Anemone narcissiflora), la sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), il mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea) tutte legate alle alte montagne e ricordo del periodo glaciale avvenuto oltre 20000 anni fa. Il giglio martagone (G.Marcoaldi/Panda Photo) e la viola di Eugenia (Viola eugeniae) simbolo della flora italiana e caratteristica dei massicci appenninici dell’Italia centrale, raggiunge qui il suo limite settentrionale di distribuzione.
A queste aggiungiamo altre specie di grande interesse naturalistico: la sassifraga alpina (Saxifraga paniculata), il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) e la sassifraga solcata (Saxifraga moschata).
Occorre ricordare che il Parco racchiude un tesoro prezioso: la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (L.Manieri/Panda Photo). Questo tratto di rigogliosa foresta, aggrappato alla scoscesa parte centrale del bastione che dà vita a due importanti rami del Bidente, ricco di fossi e torrenti, è quanto oggi di più vicino all’”antica silva”. Una morfologia aspra, con ripide pendenze e numerosi affioramenti rocciosi, e la mancanza di vie di accesso hanno reso nei secoli difficile la penetrazione dell’uomo e hanno permesso al bosco di rimanere nella condizione più prossima alla massima “naturalità”, con un’eccezionale ricchezza di specie arboree.
Tra la fauna vertebrata quella di maggiore fascino è rappresentata dai grandi mammiferi; in particolare sono presenti gli ungulati, con cinque specie: cervo (A.Calegari/Panda Photo), daino (G.Marcoaldi/Panda Photo), capriolo, cinghiale (M.Campora/Panda Photo) e muflone (M.Sanna/Panda Photo).
Importante è la presenza del lupo (E.Coppola/Panda Photo), il più grande predatore presente oggi nel Parco.
La ricchissima avifauna comprende attualmente un centinaio di specie nidificanti, tra cui specie a distribuzione centroeuropea, come il rampichino alpestre (F. Hawkins/Panda Photo) che è presente con una ricchissima popolazione, e specie mediterranee.
Gli estesi boschi d’alto fusto consentono la presenza delle specie maggiormente specializzate e selettive; numerosi sono gli uccelli che utilizzano per la nidificazione le cavità dei tronchi di vecchi alberi, come l’allocco, le cince, i picchi, tra quest’ultimi, emblematica è la presenza del picchio nero (B.Midali/Panda Photo), insediatosi nei territori del Parco nel 2000.
Le numerose aree ecotonali e gli ambienti aperti ospitano il calandro, l’averla piccola, l’allodola, il prispolone, e la tottavilla; tra i rapaci, oltre a quelli meno specializzati come il falco pecchiaiolo (B.Santucci-G.Guerrieri/Panda Photo), sono presenti, invece, specie silvane come lo sparviero e l’astore (P.Griva-M.Santona/Panda Photo).
Sulle aspre rupi del versante romagnolo nidificano l’aquila reale, il gufo reale (uniche coppie per l’Emilia-Romagna) (M.Lanini/Panda Photo) e il falco pellegrino.
Nel Parco vivono 13 specie di anfibi, tra cui segnaliamo per la loro importanza e rarità la salamandrina di Savi (foto G. Carotti), endemica della nostra penisola, il tritone alpino, che ha qui le stazioni più meridionali in Italia, la salamandra pezzata e il piccolo geotritone italiano (foto G. Carotti), endemico della nostra penisola.
Delle 12 specie di rettili quello più noto e ingiustamente temuto è sicuramente la vipera (G. Gobbi/Panda Photo), importante anello della catena alimentare. Sono presenti anche il colubro d’Esculapio, l’elegante e velocissimo biacco, il colubro liscio ed il colubro di riccioli. Chiudono l’elenco degli ofidi la natrice dal collare e la biscia tassellata, la cui presenza è stata accertata solo di recente.
Ricchissima è l’entomofauna, specialmente quella sostenuta dal legno morto negli ambienti forestali e legata alle formazioni mature e ben conservate, tra cui sono presenti molte specie, endemiche italiane e appenniniche, e molte specie relitte o isolate. Tra tutte citiamo la bellissima Rosalia alpina (G. Gobbi/Panda Photo).
Ricca è anche la chirotterofauna (Rhynolophus euryale, ferro di cavallo mediterraneo. Foto G. Carotti), che comprende circa i 2/3 delle specie presenti in Italia.