Il Living Planet Report 2014: 'siamo tutti sulla stessa barca'

foto News 81

30/09/2014

Il nostro deficit ecologico aumenta costantemente, conducendo l’umanità pericolosamente ai limiti del suo spazio vitale. Lo documenta il WWF nella decima edizione del rapporto internazionale sullo stato del pianeta: il Living Planet Report 2014. Per l’Italia il documento è stato presentato negli spazi della Triennale di Milano nell'ambito delle iniziative di avvicinamento a Expo 2015, alla presenza del sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Barbara Degani e con un video intervento di Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole.

Con il sottotitolo ‘Specie e spazi, gente e luoghi’ il rapporto monitora le popolazioni di oltre 10.000 specie di vertebrati, nonchè l’impronta ecologica (che misura il consumo di natura da parte dell’umanità), fornendo un'immagine chiara dello stato di salute della ricchezza della vita sul pianeta. Il rapporto indica anche la direzione da seguire per invertire la tendenza e le strategie per conservare, produrre e consumare più saggiamente, con esempi concreti di come molte comunità locali stiano già facendo le scelte migliori per ridurre la propria impronta e la perdita di biodiversità.

Alcuni dati globali tratti dal report

Biodiversità
le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970.
Le specie di acqua dolce hanno sofferto un declino del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine.
I cambiamenti climatici stanno diventando sempre più preoccupanti e sono già responsabili della possibile estinzione di diverse specie.

Impronta ecologica
La domanda di risorse naturali dell'umanità è oltre il 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare. Sarebbero necessarie una Terra e mezza per produrre le risorse necessarie per sostenere la nostra attuale Impronta ecologica. I 10 paesi con la più  alta impronta ecologica pro capite sono: Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Danimarca, Belgio, Trinidad e Tobago, Singapore, Stati Uniti d'America, Bahrein e Svezia. Tutti i 27 paesi dell'Unione europea vivono oltre i livelli di "un pianeta" e fanno affidamento sulle risorse naturali di altri paesi. Se tutti gli abitanti della Terra  mantenessero il tenore di vita di un cittadino europeo medio l'umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianeti per sostenersi. 2,6 pianeti è anche l’impronta ecologica dell’Italia.

Cambiamento climatico
Le emissioni globali di anidride carbonica (CO₂) - la principale causa del riscaldamento globale -  incidono già negativamente sulla biodiversità del pianeta e sulla sua biocapacità, inficiando il benessere umano, con particolare riguardo al cibo e all'acqua. L’impronta di carbonio dell'Europa costituisce quasi il 50% della sua impronta ecologica totale, a causa dell’uso di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale.

PER APPROFONDIRE

Tag :
Living Planet Report,wwf,biodiversita,impronta ecologica,

torna all'archivio