Pesci di acque interne

Una fauna ricca di specie endemiche

In Italia sono presenti 97 specie di pesci d’acqua dolce, appartenenti a 14 ordini, delle quali 17 specie rappresentano degli endemismi, ovvero organismi esclusivi della nostra penisola. Gli ordini maggiormente rappresentati sono i cipriniformi (48 spp.), i perciformi (13 spp.) ed i salmoniformi (12 spp.) che complessivamente costituiscono circa il 75% della fauna ittica dulcacquicola italiana.

Il grande cambiamento nella distribuzione della fauna ittica del nostro paese è avvenuto tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 a seguito delle trasformazioni generate dalla rivoluzione industriale. Il quadro attuale si presenta estremamente alterato ed è caratterizzato dalla perdita di diversità, sia come numero di specie che come struttura delle popolazioni, delle comunità ittiche di numerosi corpi idrici.

Circa il 50% dei pesci d’acqua dolce è a rischio di estinzione e le minacce più grandi sono costituite dall’estesa urbanizzazione del territorio, dal depauperamento idrico e dalle azioni di gestione antropica dei corsi fluviali. A tutto ciò si aggiungono l’inquinamento, i cambiamenti climatici e l’introduzione di specie alloctone (al 2013 ne sono state censite 47 ma il dato è in continuo aumento). Alcune tra le specie in pericolo critico (“critically endangered” secondo i criteri della IUCN) sono: l’anguilla, la trota mediterranea (M. Melodia/Panda Photo), la trota marmorata, il panzarolo e lo storione cobice.

trota mediterranea (M. Melodia/Panda Photo) 

La speranza per l’avvenire della fauna ittica italiana è riposta nelle direttive europee finalizzate alla protezione delle risorse idriche e alla qualità degli ambienti acquatici, prima fra tutte la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE. Rimane inoltre fondamentale far comprendere a tutti i livelli, dai cittadini alle istituzioni, che lo stato di salute dell’ittiofauna è l’indicatore essenziale della qualità della risorsa più importante per la sopravvivenza dell’uomo, l’acqua.