Il parco e le sue normative
L’Area marina protetta di Capo Carbonara è stata istituita con Decreto Ministeriale il 15 settembre 1998, modificato dal Decreto del Ministro dell’Ambiente, d’intesa con il Ministro del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica in data 3 agosto 1999, che ha esplicitato i divieti vigenti all’interno dell’Area Marina Protetta. La predetta normativa è stata aggiornata dal Decreto 7 febbraio 2012 (12A05541) del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che sostituisce integralmente entrambi i citati provvedimenti.
Con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze in pari data (07.12.2012, n.60 - 12G0078) è stato approvato il “Regolamento recante la disciplina delle attività consentite nelle diverse zone dell’Area Marina Protetta”.
L’AMP Capo Caccia – Isola Piana è compresa nella lista delle Aree Speciali Protette di Importanza Mediterranea (SPAMI List March 2012), la cui istituzione è prevista dal Protocollo relativo alle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo (Protocollo ASP 1995) della Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo (Barcellona 1978), ratificata con legge 21 gennaio 1979, n. 30.
A seguito dell’ottenimento della certificazione del proprio Sistema di Gestione Ambientale in conformità alla norma UNI EN ISO 14001:2004 l’Area marina ha perseguito un processo di miglioramento ambientale. L’orientamento seguito, trasmesso e condiviso a tutti i livelli dell’ente, riguarda:
- 1) l’impegno ad adottare le misure più opportune per la prevenzione dell’inquinamento;
- 2) la definizione di obiettivi e traguardi, tenendo conto delle migliori tecnologie disponibili, riferiti in particolar modo al miglioramento della gestione e della pianificazione degli interventi all’interno dell’area, in modo da migliorarne la fruibilità;
- 3) la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione del personale, e dei fornitori/fruitori, sulle tematiche ambientali, al fine di promuovere il senso di responsabilità verso l’ambiente e di diffondere la cultura della prevenzione ambientale;
- 4) l’individuazione di aspetti e la riduzione degli impatti ambientali delle attuali attività/servizi svolti nelle attività dell’Ente, prevedendo anche la valutazione in anticipo degli aspetti ambientali di nuove attività;
- 5) la formazione e la comunicazione con gli interlocutori esterni (Pubblica Amministrazione, fruitori dell’AMP, fornitori, comunità locali, ecc.), al fine di fornire le informazioni necessarie a comprendere e minimizzare gli impatti sull’ambiente delle attività/servizi.
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