Il Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera

Mezzi, personale e strategie di intervento

Il Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, inquadrato a livello ordinamentale nell’ambito della Marina Militare, svolge preminentemente attività collegate con l'uso del mare per i fini civili, operando alle dipendenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell'esercizio delle funzioni attinenti alla navigazione ed al traffico marittimo, quali: ricerca e soccorso in mare, polizia marittima, sicurezza della navigazione, vigilanza sul diporto nautico e, più in generale, amministrazione periferica di tutte le funzioni statali in campo marittimo. Per quanto riguarda altri compiti istituzionali, quali il controllo della pesca marittima, la protezione del patrimonio archeologico subacqueo, il concorso nell’attività di controllo dei flussi migratori, le funzioni di carattere militare, il Corpo opera in dipendenza delle Amministrazioni competenti per materia.

In materia di protezione dell’ambiente marino il Corpo delle Capitanerie di Porto costituisce un vero e proprio braccio operativo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’autorità marittima, in caso di inquinamento o di imminente pericolo di inquinamento delle acque marine, è responsabile dell’adozione di tutte le misure necessarie a prevenire, eliminare o, quantomeno, a mitigare, le conseguenze dannose delle immissioni in mare di idrocarburi ed altre sostanze nocive. Nell'evenienza di inquinamenti marini, pertanto, le Capitanerie di Porto operano in attuazione delle direttive del Ministero dell'Ambiente, avvalendosi, se necessario, delle unità navali specializzate e delle attrezzature facenti capo alla struttura approntata da detto Dicastero per gli interventi di risposta agli inquinamenti del mare.

La vigente normativa (L. 8 luglio 1986, n. 349 - L. 28 gennaio 1994, n. 84) affida al Corpo delle Capitanerie – Guardia Costiera anche funzioni di vigilanza e controllo in materia di tutela dell’ambiente marino e costiero, con particolare riguardo alle aree marine protette e parchi sommersi. Ai sensi del “Testo unico ambientale” (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152) il Corpo provvede alla sorveglianza e all’accertamento degli illeciti quando dagli stessi possano derivare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero e provvede, sinergicamente con l’Arma dei Carabinieri, alla repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti nell’ambito delle giurisdizioni territoriali di competenza delle autorità marittime.

Tutti i suddetti compiti operativi in materia di prevenzione e lotta all’inquinamento marino sono svolti utilizzando sinergicamente anche le risorse che sono attivate per compiti di soccorso, sicurezza della navigazione e polizia marittima: la Centrale Operativa del Comando Generale CP, le sale operative dei Comandi periferici, le unità navali ed i mezzi aerei della Guardia Costiera, i sistemi di controllo del traffico navale ed i sensori per il telerilevamento da piattaforma aerea e satellitare.

Il Reparto Ambientale Marino

Il Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto (R.A.M.) è stato istituito con la legge 31 luglio 2002, n. 179 recante “Disposizioni in materia ambientale”. Esso è posto alle dipendenze funzionali del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per conseguire un più rapido ed efficace supporto nello svolgimento di compiti istituzionali in materia ambientale. A tal fine il R.A.M. collabora con l’Ufficio di Gabinetto e le Direzioni generali del MATTM, sia sotto il profilo tecnico – operativo che quello giuridico, sviluppando, nel contempo, la necessaria azione di raccordo tra detto Dicastero e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Inquadrato, ai sensi del “Regolamento di attuazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio”, tra gli organi di supporto tecnico-scientifico di cui il medesimo Ministero si avvale per l’esercizio delle funzioni istituzionali tese alla salvaguardia dell’ambiente marino costiero, il RAM svolge numerosi compiti a carattere ispettivo e direttivo nel campo della sicurezza ambientale in mare, con particolare riferimento al rischio di incidenti in mare e prevenzione e lotta agli inquinamenti marini.

L’attività di prevenzione degli incidenti in mare

La prevenzione degli incidenti in mare è basilare per mitigare il rischio di inquinamento, atteso che sinistri marittimi come collisioni, incagli, incendi, oltre a mettere in pericolo l’incolumità degli equipaggi, possono causare immissioni massicce di sostanze inquinanti nelle acque marine. Il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera è fortemente impegnato in tale attività di prevenzione, che è posta in essere su vari livelli: controlli ispettivi sistematici sullo standard del naviglio mercantile nazionale e su quello estero che scala nei porti nazionali, controllo in “real time” del traffico navale, monitoraggio delle rotte commerciali e diffusione degli avvisi ai naviganti.

Il Corpo delle Capitanerie di Porto è l'organo tecnico responsabile della gestione amministrativa e funzionale della sicurezza della navigazione (safety of navigation), tesa a far rispettare le norme vigenti poste a tutela della nave contro i rischi non voluti, nonché della sicurezza marittima (maritime security), ovvero il complesso delle misure dirette a salvaguardare le navi mercantili ed i porti dai rischi dovuti ad atti illeciti intenzionali, come pirateria ed attacchi terroristici.

La sicurezza della navigazione

Lo svolgimento dell’attività nel campo della sicurezza della navigazione impegna il Corpo in una duplice veste:

  • quale Amministrazione di bandiera (attività di Flag State) che comporta il controllo, verifica e rilascio della documentazione di sicurezza della navigazione del naviglio nazionale mercantile e da pesca;
  • in qualità di Amministrazione del porto di approdo (attività di Port State Control), che consiste nel controllo di conformità alle norme stabilite dalle convenzioni internazionali nei confronti delle navi di bandiera straniera che approdano nei porti nazionali.

Per quanto riguarda la tutela dell’ambiente marino, gli ispettori PSC del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera verificano che tutte le strutture, attrezzature e dotazioni delle unità mercantili soddisfino i requisiti prescritti dalla Convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento causato da navi (MARPOL Convention 73/78).

L’esecuzione dell’attività di controllo esige un impegno diuturno, da parte del Corpo delle Capitanerie di Porto, per assicurare le prescritte visite a bordo delle navi nazionali e le continue ispezioni ai sensi del “Memorandum of Understanding” (Parigi 1982) alle unità di bandiera estera che scalano i porti nazionali. Questa incessante attività ispettiva consente di evitare che le navi sub standard affrontino il mare se non possiedono i previsti requisiti, in quanto le Autorità Marittime hanno la facoltà di imporre che siano sanate le deficienze prima che la nave riprenda la navigazione: dopo anni di controlli sistematici le cosiddette “carrette del mare” sono ormai una specie in estinzione.

La sicurezza marittima

Un altro compito molto impegnativo svolto dalle Capitanerie di Porto riguarda la sicurezza marittima (maritime security), materia relativamente nuova del settore, ma che oramai coinvolge ineludibilmente i sistemi portuali e la gestione delle navi. La materia individua misure di natura preventiva volte a tutelare lo shipping e gli impianti portuali contro la minaccia di atti illeciti intenzionali, che potrebbero causare anche disastri dolosi con gravissime conseguenze ambientali.

Tale materia è di competenza europea e pertanto la struttura normativa principale fa riferimento ad un Regolamento comunitario che deve trovare corretta implementazione a livello di Stato membro. A tale proposito, al Corpo delle Capitanerie è stata attribuita, dalla normativa nazionale discendente, la funzione di Autorità Nazionale Competente che svolge un ruolo chiave sotto il profilo dell’attuazione della norma, in stretto coordinamento con gli organi preposti alla Sicurezza Nazionale dello Stato.

Il controllo del traffico navale

Il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera è responsabile dell’implementazione e della gestione del progetto VTS nazionale, sistema integrato di controllo del traffico navale che consiste in una rete di sistemi VTS (Vessel Traffic Service) locali installati lungo le coste italiane, interconnessi attraverso la rete geografica informativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, nel loro insieme, costituiscono il cosiddetto VTMIS (Vessel Traffic Management Information System). Si tratta di un sistema integrato ed automatizzato per la raccolta e la gestione delle informazioni del traffico marittimo nelle acque nazionali, basato sull’applicazione di tecnologie di tipo radaristico, informatico e di telecomunicazione (aereo ATR 42 MP dotato di antenna SLAR).

Il centro nevralgico del sistema, deputato alla raccolta dei dati a livello nazionale, è ubicato presso la Centrale Operativa del Comando Generale della Guardia costiera. Ad esso fanno capo 15 centri regionali installati presso gli Uffici Marittimi più importanti del Corpo delle Capitanerie di Porto, le Direzioni Marittime, che svolgono funzioni di supervisione su 40 centri di controllo e 80 siti sensori locali o remoti dislocati lungo l’intera fascia costiera nazionale. Ogni giorno sui monitor della centrale operativa di Roma sono visualizzate circa 25.000 “tracce”, che sono sottoposte ad elaborazione in tempo reale per l’identificazione delle unità navali e l’analisi dei dati cinematici. In diverse occasioni questa attività di controllo continua e meticolosa ha consentito di scongiurare possibili incidenti, come collisioni o grounding in aree particolarmente sensibili, con immaginabili gravi conseguenze per l’ambiente marino.

Tra le applicazioni integrate nel VTMIS troviamo:

  • il PMIS (Port Management Information System), che consente l’automatizzazione delle procedure di arrivo e partenza delle navi da/per i porti nazionali con il costante monitoraggio del trasporto intermodale delle merci pericolose ed inquinanti;
  • l’LRIT (Long Range Identification and Tracking), sistema satellitare usato per il monitoraggio delle navi in alto mare;
  • l’AIS (Automatic Identification System) sistema europeo anti-collisione, basato sullo scambio di dati identificativi e cinematici tra le navi durante la navigazione, con la contemporanea trasmissione a stazioni a terra – ubicate presso tutte le Capitanerie di Porto – che registrano continuamente il quadro generale delle rotte navali.

Per quanto riguarda la gestione di quest’ultimo sistema, la Guardia Costiera è stata incaricata dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) di svolgere funzioni di coordinatore regionale per conto di Bulgaria, Cipro, Grecia, Francia, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna, con probabile estensione anche alla sponda Sud del bacino.

Il Sistema SafeSeaNet

SafeSeaNet è un sistema di monitoraggio e di informazione dedicato al traffico marittimo mercantile, organizzato e gestito a livello europeo dall’EMSA (European Maritime Safety Agency), che ha l’obiettivo di rafforzare la sicurezza della navigazione, la “security” marittima sia a livello navale che portuale, l’efficienza del trasporto marittimo e, in particolare, la protezione dell’ambiente marino.

L’architettura del sistema consiste in una piattaforma europea centralizzata, situata presso la sede dell’EMSA a Lisbona, che consente lo scambio di dati tra gli Stati Membri, grazie ad una capillare rete telematica di collegamento. In virtù di tale network le autorità appositamente designate da ogni Paese dell’UE, definite NCA (National Competent Authority), trasmettono e ricevono in tempo reale, 24 ore al giorno, informazioni sulle navi mercantili, sui loro movimenti e sul traffico delle merci pericolose. In questo modo sono prontamente identificate le unità ad alto rischio, sono messe in atto le opportune azioni di prevenzione e mitigazione dei rischi, ottimizzando i meccanismi di risposta e gestione delle emergenze dovute ad incidente o inquinamento in mare.

In Italia svolge funzioni di NCA la Centrale Operativa della Guardia Costiera, che si avvale, quali sorgenti di informazioni, dei sistemi di monitoraggio del traffico navale e dell’AIS, nonché dei messaggi di notifica originati dai Comandi periferici del Corpo delle Capitanerie di Porto, designati in qualità di LCA (Local Competent Authority).