Risposta e Bonifica

Inquinamento da idrocarburi e HNS

La gravità delle conseguenze di un inquinamento marino può e deve essere ridotta attraverso le azioni di risposta da mettere in atto. Gli interventi successivi l’evento accidentale sono cruciali per minimizzare i danni a carico dell’ambiente marino e quindi per favorire il recupero, laddove possibile, degli ecosistemi. Da questa prospettiva gli interventi possono ricondursi a tre obiettivi: il recupero delle sostanze inquinanti, la bonifica dei luoghi e la protezione delle aree più sensibili. Nel costruire una strategia di intervento per la minimizzazione dei danni ambientali è quindi opportuno proteggere particolarmente sia quelle specie e biotopi che possono essere più direttamente colpiti dall’inquinamento e/o che svolgono un ruolo maggiormente significativo dal punto di vista ecologico, sia quei biotopi le cui caratteristiche fisiche rendono un eventuale intervento di bonifica dagli inquinanti più difficile, se non impossibile.

INQUINAMENTO DA IDROCARBURI

Le procedure che possono essere messe in campo per la lotta alla contaminazione da greggio o prodotti petroliferi sono essenzialmente di tre tipi:

  • contenimento e recupero del prodotto con l’impiego di panne di contenimento, di skimmers e pompe
  • applicazione di prodotti ad azione assorbente
  • applicazione di prodotti ad azione disperdente.

La scelta della tecnica più opportuna è fondamentale per determinare la buona riuscita dell’intervento e minimizzare l’entità delle conseguenze ambientali, economiche e sociali. Quando gli idrocarburi sono rilasciati in mare devono essere adottate tutte le misure di contenimento e recupero allo scopo di minimizzare il danno a carico dell’ambiente circostante inteso come l’insieme di habitat, singole specie o risorse alieutiche e turistiche. Gli idrocarburi versati saranno trasportati dalle correnti e sospinti dal vento, diffondendosi rapidamente dal luogo della perdita, formando chiazze sparse su vaste aree di mare. Per questa ragione, la strategia da adottare deve idealmente prevedere l’intervento prima che essi abbiano la possibilità di diffondersi e prima che raggiungano aree sensibili.

Le strategie di intervento che possono essere adottate in caso di sversamento di idrocarburi in mare sono, in linea generale, volte a privilegiare il contenimento e la successiva rimozione dell’inquinante dall’ambiente marino. In questa ottica viene data priorità alle strategie che prevedono l’applicazione di diversi metodi meccanici, quali l’utilizzo di skimmers, di pompe a sfioro o metodi di separazione olio/acqua. Successivamente può essere preso in considerazione l’utilizzo di prodotti ad azione assorbente e, solo come extrema ratio, l’impiego di prodotti ad azione disperdente.

Le panne di contenimento

Le panne consistono in una barriera galleggiante che impedisce il movimento della massa di idrocarburi sulla superficie del mare e quindi la sua espansione. Esse sono composte generalmente da un bordo libero che impedisce il passaggio del materiale al di sopra, una gonna che impedisce il passaggio sotto il livello dell’acqua, una riserva di galleggiamento che sostiene l’attrezzo, zavorre per piombare la gonna e tenerla in posizione verticale, sistemi di accoppiamento per connettere diverse sezioni.

panne di contenimento

panne di contenimento

I dispositivi di recupero degli idrocarburi - skimmers

Esistono vari dispositivi per il recupero degli idrocarburi che galleggiano sulla superficie dell’acqua, chiamati comunemente skimmers; essi si basano su differenti principi di raccolta e sono costruiti per lavorare in condizioni operative differenti.

  • Dispositivi a stramazzo: sono dotati di galleggianti che tengono la bocca (ingresso) del dispositivo esattamente poco sotto la superficie dell’acqua, in modo da far cadere il prodotto che poi verrà convogliato attraverso pompe in un serbatoio. Il serbatoio funzionerà da separatore per decantazione e l’acqua che si stratificherà al di sotto potrà essere fatta uscire tramite rubinetto.
  • Dispositivi ad adesione: lavorano sul principio dell’adesione degli idrocarburi su superfici oleofiliche. Queste superfici sono costituite da dischi, tamburi, spazzole o corde. La superficie adesiva si muove attraverso lo strato laminale tra acqua e olio e solleva quest’ultimo, dopodiché passa attraverso sistemi tipo tergicristallo o di strizzamento che rimuovono gli idrocarburi e li raccolgono.
  • Sistemi di separazione meccanici: sfruttano il movimento del flusso dell’acqua che scorre attraverso un dispositivo per separare il prodotto più leggero e galleggiante. Questi sistemi possono essere integrati direttamente nei natanti o essere a se stanti.
  • Sistemi vari: sono tutti quei sistemi che possono essere improvvisati ed adattati a circostanze particolari (reti a strascico, draghe, benne, sistemi di aspirazione).

La scelta del tipo di skimmer dipende dalle condizioni del mare e soprattutto dalle caratteristiche del prodotto da recuperare.

Dispositivi di recupero degli idrocarburi: skimmer da 50 m3/h

Dispositivi di recupero degli idrocarburi: skimmer da 30 m3/h

Dispositivi di recupero degli idrocarburi: skimmer in mare

Prodotti per la bonifica del mare dalla contaminazione di idrocarburi

Quando l’utilizzo dei metodi meccanici non è sufficiente a risolvere l’inquinamento, questi vengono combinati o sostituiti con prodotti ad azione assorbente o con prodotti disperdenti, che sono classificati, secondo la normativa italiana, in tre categorie:

  1. Prodotti assorbenti inerti: svolgono un’azione assorbente nei confronti degli idrocarburi e sono composti da sostanze inerti dal punto di vista chimico e biologico. Possono essere di origine sintetica, minerale, animale o vegetale;
  2. Prodotti assorbenti non inerti: svolgono un’azione assorbente nei confronti degli idrocarburi ma sono costituiti da sostanze non inerti dal punto di vista chimico e biologico. Possono essere di origine sintetica o naturale e sono insolubili in acqua: tuttavia possono interagire con gli organismi viventi, motivo per cui deve essere preventivamente valutato il grado di tossicità sugli organismi marini;
  3. Prodotti disperdenti: sono sostanze chimiche di origine sintetica o naturale che, svolgendo una funzione tensioattiva, favoriscono la disgregazione e la dispersione nella colonna d’acqua dello strato di idrocarburi. I prodotti disperdenti non hanno dunque la funzione di rimuovere fisicamente gli idrocarburi dall’ambiente marino, ma accelerano i processi di degradazione naturale.

La scelta sulla tipologia di prodotto da utilizzare dipende da diversi fattori (come caratteristiche degli idrocarburi sversati, condizioni meteo marine, presenza o meno di aree sensibili, ecc.) che devono essere valutati caso per caso. In base al principio precauzionale, viste le caratteristiche ambientali peculiari del Mar Mediterraneo, sottoposto come noto a specifici vincoli di protezione anche a livello internazionale (Convenzione di Barcellona), in Italia i prodotti disperdenti vengono usati solo come extrema ratio e soltanto quando tutti gli altri sistemi di bonifica del mare dagli idrocarburi petroliferi sono inapplicabili e/o hanno fallito. Infatti sono impiegati prioritariamente i prodotti assorbenti, sempre racchiusi in appropriati involucri e non utilizzati in forma libera, poiché possono essere recuperati e adeguatamente smaltiti dopo aver assorbito gli idrocarburi dalla superficie del mare. I prodotti disperdenti invece agiscono chimicamente sugli idrocarburi e non possono essere recuperati al termine delle operazioni.

La normativa italiana prevede che tutti i prodotti da utilizzare in mare per la bonifica dalla contaminazione da idrocarburi petroliferi debbano essere preventivamente valutati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare prima di essere immessi sul mercato. Successivamente a tale verifica, nel caso siano rispettati tutti i requisiti richiesti, i prodotti ad azione assorbente costituiti da materiali inerti possono essere impiegati direttamente, senza previa autorizzazione all’utilizzo da parte del Ministero, poiché sono caratterizzati da una intrinseca innocuità nei confronti dell’ambiente marino. Per i prodotti ad azione assorbente non inerti e i disperdenti, invece, il riconoscimento di idoneità disposto dal Ministero non costituisce un'autorizzazione al loro effettivo impiego, che deve essere autorizzato caso per caso.

Elenchi ufficiali aggiornati dei prodotti impiegabili e dei prodotti idonei:

Elenco prodotti impiegabili ai sensi del Decreto 31 marzo 2009

Elenco prodotti riconosciuti idonei ai sensi del Decreto 25 febbraio 2011

INQUINAMENTO DA SOSTANZE PERICOLOSE E NOCIVE (HNS – Hazardous and Noxious Substances)

Le fasi della gestione dell’emergenza, e le valutazioni e azioni necessarie alla minimizzazione del danno ambientale possono così sintetizzarsi:

  1. valutazione delle caratteristiche dell’HNS (o collo) e del comportamento in mare;
  2. valutazione del destino dell’HNS (o collo) in ambiente marino, anche in considerazioni delle condizioni al contorno (peculiarità del sito colpito e dinamica dell’incidente);
  3. azioni da intraprendere nell’immediatezza dell’incidente a garanzia della tutela ambientale e della popolazione;
  4. risposta all’emergenza.

La prima azione da intraprendere nella fase emergenziale, prevede l’acquisizione delle informazioni circa le proprietà fisiche, chimiche e tossicologiche che sono riportate in apposite Schede Dati di Sicurezza (SDS) della sostanza, che accompagnano il carico durante ogni fase del trasporto. I possibili comportamenti degli HNS in mare sono stati codificati nel SEBC Code (Standard European Behaviour Classification Code), il sistema di riferimento adottato a livello europeo per la classificazione delle fuoriuscite di sostanze chimiche in acqua allo stato solido, liquido e gassoso, e della perdita di colli in mare. Per le sostanze chimiche sversate in mare si prefigurano 5 comportamenti caratteristici :

  • Dissoluzione (D)
  • Evaporazione (E)
  • Passaggio allo stato gassoso (G)
  • Galleggiamento (F)
  • Affondamento (S).

Non esistono risposte e tecniche d’intervento universalmente applicabili ai casi di emergenze ambientali da HNS: ogni soluzione al controllo dello sversamento in mare e alla mitigazione dell’impatto è unica e dipende da numerose variabili. L’approccio corretto deve però individuare i possibili scenari e prevenire potenziali danni all’ambiente anche con una corretta preparazione alla riposta, in caso d’emergenza. La predizione del comportamento e destino di uno sversamento di HNS o di un carico disperso in mare, nella fase emergenziale richiede l’applicazione di software non complessi e molto versatili, che abbiano la capacità di fornire molto rapidamente le informazioni, seppur poco accurate e poco precise, utili alla predisposizione delle azioni e misure di risposta all’emergenza. In talune circostanze, può essere utile ricorrere a metodi ancor più semplici; un esempio è quello del calcolo vettoriale applicato alle sostanze galleggianti (F), alla stessa stregua di quanto è applicato nei casi di oil spill con perdita di olio leggero (galleggiante) e viscoso.

Esistono diversi modelli matematici sviluppati per la predizione del destino del versamento. L’impiego di tali modelli e/o di valutazioni di massima sul destino degli HNS devono essere sempre affiancati da misure in campo, e non possono in nessun caso sostituirsi a queste ultime. Ad ogni modo occorre considerare che l’accuratezza e la precisione dei modelli non sono riproducibili in tutte le casistiche e occorre pertanto selezionare quello più adatto allo scenario dell’incidente da affrontare. L’attendibilità della modellistica, in generale, dipende dalla struttura del modello stesso, dalla correttezza degli input e dalla professionalità ed esperienza dell’operatore. Ad esempio, alcuni modelli presentano delle approssimazioni e lacune rispetto a fattori che possono essere importanti per prevedere l’evoluzione del comportamento e del destino ambientale della sostanza (es. orografia e/o condizioni meteo marine, e/o alcune proprietà delle sostanze).

In caso di emergenza con presenza di sostanze chimiche è di fondamentale importanza desumere tipologia e quantità di prodotto presente nei vari comparti ambientali, con particolare attenzione alla concentrazione nell’aria per il rischio correlato con l’inalazione da parte della squadra di soccorso. A questo si aggiungono la valutazione della contaminazione ambientale e l’evoluzione spazio-temporale.