Le migrazioni

Pronti al decollo!

In primavera le isole sperdute nei nostri mari diventano spesso il primo punto di approdo per forapaglie e canapini, luì e sterpazzole che hanno coperto in pochi giorni 3000 chilometri sul Sahara ed un altro migliaio sul Mediterraneo centrale. Si posano sui cespugli e sulle rocce, ma spesso cadono vittime di falchi pellegrini, gabbiani reali e di averle che danno loro la caccia con ferocia appena li avvistano sul mare.

Le straordinarie doti aeree di questi volatili hanno sempre affascinato gli ornitologi. Il forapaglie, che pesa di solito fra 10 e 12 grammi, sverna nelle paludi del Golfo di Guinea. In questi ambienti ricchi e provvidi di cibo mette su tanto grasso che al momento di involarsi per il Nord pesa 25 grammi. Alla velocità di 35-40 chilometri orari il forapaglie si lancia per la grande avventura che lo porta ad attraversare le sabbie e le pietraie del Sahara e il Mediterraneo senza mai fermarsi. Vola anche di notte guidato dalle stelle e dal sole di giorno, e forse da altri sistemi di bussola a noi ancora ignoti. Ritrova la rotta e la strada di casa e in pochi giorni, stremato, arriva nella terra dove deve riprodursi.

Insieme con lui viaggiano milioni e forse miliardi di altri migratori paleartici transahariani che svernano, cioè, a sud del Sahara. Un tempo si pensava che questi uccelli facessero un viaggio di migrazione a tappe, fermandosi nelle oasi del deserto e in altri luoghi propizi per rifocillarsi prima di procedere oltre; oggi invece si è scoperto che questi viaggi sono “non stop”. E' evidente che la macchina muscolare è fatta per affrontare anche le imprese più difficili e la spinta ad arrivare il prima possibile nelle zone di nidificazione, per occupare i territori migliori, è tale da giustificare i tours de force.

L’andamento della migrazione è ad intermittenza perchè è condizionato dal tempo: ci sono giorni in cui passano moltissimi uccelli e altri in cui non si vede una penna. Gli uccelli sembrano muoversi attraverso il Mediterraneo centrale all’unisono e l’onda della migrazione tocca contemporaneamente i punti che si trovano alla stessa latitudine dal Mediterraneo occidentale fino alla sua estremità orientale, e sembra che ogni specie abbia un picco di giorni e orari ben precisi. Nel "giorno del beccafico” milioni di queste silvie passano sulle Baleari, sulle isole toscane, nelle Sporadi e tutti si dirigono verso l’Europa centrale e settentrionale. Così il giorno dopo tocca agli stiaccini, ai canapini e ci sarà anche un "giorno del cuculo” e della rondine.

Tradizionale sistema per lo studio della migrazione degli uccelli è la pratica dell'inanellamento (foto P. Gherardi). Dei diversi milioni di piccoli uccelli che ogni anno attraversano il Mediterraneo centrale per raggiungere le zone di nidificazione dell'Eurasia, più di 40.000 sono stati schedati ogni anno dagli inanellatori che prendono parte ad un progetto di ricerca collegiale dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, confluito in ISPRA. Il progetto mira a censire e analizzare il flusso di migrazione primaverile nel Mediterraneo centrale, servendosi di una rete di stazioni di cattura dislocate su isole e promontori.

Inanellamento (foto P. Gherardi)

Strategicamente appostati da Malta a Palmaria gli ornitologi hanno occupato anche Capraia, Montecristo, Giannutri, Ventotene, Capri, Vivara e le Tremiti con i loro impianti di reti verticali. Il lavoro degli inanellatori, che sono per la gran parte volontari, è molto pesante. Un impianto di cattura di medie dimensioni può catturare fino a 1000 uccelli al giorno nei periodi di punta. Dall'alba fino a notte inoltrata gli inanellatori estraggono dalle reti piccoli uccelli, li misurano e li pesano, controllano lo stato della muta delle penne e i depositi di grasso, determinano sesso, età e sottospecie e infine li liberano con un anello.