Storia e Geografia
Nonostante l’asprezza del territorio, l’uomo vi si è insediato sino dal Paleolitico medio trovando rifugio nelle grotte di natura carsica delle quali sono ricche queste terre.
Sulle antiche rotte dell’ossidiana, o alla ricerca di rame, i Greci approdarono sulle coste del Cilento intorno al XVII secolo a.C., con la nascita delle prime colonie come Pixunte, Molpa, l’antica Poseidonia e la romana Paestum.
In seguito dal mare giunsero i Focei, temerari navigatori dell’Asia Minore, già colonizzatori della Corsica e fondatori di Elea, la romana Velia.
A partire dal IV secolo a.C., Lucani, Romani e cristiani d’oriente intrecciarono traffici, alleanze, avviarono conflitti, guerre ed occupazioni, trasformando il Cilento in un'area di fusione di popoli e culture.
Con la caduta dell’Impero di Occidente iniziò, anche per il Cilento, il lungo periodo delle dominazioni barbariche.
Nel 1076, la conquista dei Normanni trasformò l’area in una terra di baroni e latifondi; negli anni a venire i Sanseverino, gli Svevi, gli Angioini distrussero gli equilibri politici interni, tra il XVI ed il XVII secolo, contribuendo anche alla nascita del Brigantaggio. Da questo momento la storia del Cilento si mescola all’epopea del riscatto di un popolo sino alla riconquista della propria libertà.
Il profilo orografico del territorio del Parco è ovunque marcato, con poche zone pianeggianti per lo più in corrispondenza dei fiumi principali, l'Alento ed il Tanagro. L’area è caratterizzata da 2 tipi di roccia predominanti: il Flysch del Cilento, presente nel bacino idrogeografico dell'Alento e sulla costa nord, ed il Calcare, ricco di cavità carsiche, presente nell’area dei complessi montuosi interni e nella parte meridionale.
Alcune delle cime più importanti sono: il monte Cervati (1898 m s.l.m.), il monte Alburno (1742 m s.l.m.), il Gelbison (o Monte Sacro, 1705 m s.l.m.) e il monte Motola (1700 m s.l.m.).