Storia e Geografia
Il nome Furlo proviene da Forulum, Piccolo Foro, volgarizzato poi in Forlo e quindi Furlo. La conquista della gola da parte dei Romani avvenne nel 295 a.C; il luogo divenne un passo molto transitato e Flavio Vespasiano vi fece scavare una nuova galleria, tuttora aperta al traffico (foto G. Carotti).
Nel 1234 il Furlo entrò a far parte del territorio dei Montefeltro e restò nelle tenebre; solo nel 1631, come il Ducato d'Urbino, fu incorporato nello Stato Pontificio. Le condizioni di difficoltà per la caduta di massi, l’incuria e la presenza di malviventi, non si attenuarono e, nel 1771, le Poste Pontificie si videro costrette ad evitare la gola. Fu solo nel 1797 che i francesi pensarono di bonificarla insediandovi un comando militare. Nel 1860 il Furlo passò ai Savoia e nel 1861 entrò a far parte del regno d’Italia; nel 1936 la milizia forestale volle immortalare l’immagine del Duce attraverso un profilo nella montagna. Gli anni settanta furono devastanti, soprattutto per il paesaggio che venne rovinato dall’attività delle cave. Negli anni ottanta sono state costruite due nuove gallerie che da allora assorbono il traffico della via Flaminia, restituendo la gola alla gioia dei suoi estimatori. Con l'istituzione della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo (foto G. Carotti), la Provincia gestisce boschi, prati e cime incontaminate; il territorio è attraversato dal fiume Candigliano (lago formato lungo il fiume dallo sbarramento della diga del Furlo, foto G. Carotti) che si insinua tra le imponenti pareti rocciose separando le due cime del Monte Pietralata (889 m) e del Monte Paganuccio (976 m) (foto G. Carotti).
Il paesaggio e la morfologia della Gola del Furlo permettono di ricostruire la storia geologica italiana da più di 200 milioni di anni fa: le sue rocce illustrano, come un atlante all’aperto, le principali formazioni dell’Appennino umbro-marchigiano.