Storia e Geografia
L’AMP Santa Maria di Castellabate si sviluppa nel territorio del Cilento.
La presenza dell’uomo primitivo si può ricostruire attraverso lo studio dei suoi strumenti, disseminati sia nelle grotte costiere che si trovano tra Palinuro e Scario, sia in quelle interne dislocate tra gli antichi percorsi di crinale dei massicci montuosi (Grotte di Castelcivita) e Vallo di Diano (Grotte dell’Angelo, Pertosa). Le prime comunità stabilirono contatti e intrecciarono scambi e relazioni con i popoli del mare e con quelli dell’Appennino; la comunanza di forme degli oggetti locali con quelli delle antiche culture di Lipari, del Tavoliere, di Serra d’Alto, è riscontrabile nei corredi funerari della locale Cultura del Gaudo.
I Greci approdarono sulle coste del Cilento intorno al XVII secolo a.C. e fondarono colonie quali Pixunte, Molpa e l’antica Poseidonia (la romana Paestum), fondata dagli Achei sibariti che qui giunsero con i popoli appenninici.
Attraverso le “vie del mare” i Focei, originari dell’Asia minore, arrivarono in questa area e fondarono Elea (oggi Velia), la "città della Porta Rosa"; qui Parmenide fondò la sua Scuola Filosofica Eleatica, una delle più importanti e famose del mondo classico, oltre che la prima Scuola Medica. A partire dal IV secolo a.C., Lucani, Romani e Cristiani d’Oriente intrecciarono traffici ed alleanze, trasformando il Cilento in centro nevralgico di relazioni. Con la caduta dell’Impero di Occidente intorno al VI secolo d.C. iniziò, anche per il Cilento, il lungo periodo delle dominazioni barbariche: i Visigoti di Alarico, la guerra gotica tra Totila e Belisario, il diffondersi del Monachesimo Basiliano, l’imposizione feudale dei Longobardi, i continui attacchi e le scorrerie dei Saraceni. L’intero territorio fu smembrato tra nobili senza scrupoli che, tra il XVI ed il XVII secolo, scrissero una delle pagine più tristi e crudeli di questa terra, contribuendo anche alla nascita del brigantaggio.
Tutta la zona è caratterizzata da una duplice natura delle rocce che la costituiscono: quella del “Flysch del Cilento”, in gran parte presente in corrispondenza del bacino idrogeografico del Fiume Alento e dei principali monti del Cilento occidentale (ad esempio il Monte Centaurino - 1433 m), e quella delle “rocce calcaree” alla base dei complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e meridionali (Monte Bulgheria, Monte Cocuzzo).
I Flysch sono presenti anche sulla parte alta della costa, dove vi è una fitta stratificazione delle rocce che talora assumono forme e colori particolari, come è possibile riscontrare in località Ripe rosse o nel terrazzo marino di Punta Licosa (A. Nardi/Panda Photo); i paesaggi che ne derivano si riconoscono per le morfologie spesso dolci e per la maggiore presenza arborea della macchia mediterranea.