Flora e Fauna
La flora e fauna dell’arcipelago si caratterizzano tra le differenti isole.
A S.Domino la folta pineta di pino d’Aleppo (Pinus halepensis) (G.Marcoaldi/Panda Photo), con esemplari a volte prostrati e tipicamente conformati “a bandiera” evidenti soprattutto lungo il versante nord-occidentale dell’isola maggiormente battuto dai venti marini, è una delle caratteristiche vegetazionali più suggestive dell’Isola di S. Domino. La suddetta pineta in alcune aree evolve in bosco misto con leccio (Quercus ilex), pungitopo, robbia selvatica, alaterno, mirto, lentisco e caprifoglio. Suggestiva è la presenza della macchia mediterranea (G.Marcoaldi/Panda Photo) caratterizzata da folti cespugli di oleastro, lentisco, fillirea, euforbia arborea e dafne olivella. Nelle radure erbacee presenti tra gli arbusti di macchia mediterranea, nel periodo primaverile, è possibile scorgere le splendide orchidee selvatiche (Anacamptis pyramidalis, Ophrys fusca, Ophrys sphegodes subsp. incubacea). Fra gli affioramenti rocciosi degradanti verso il mare attecchisce una rada e discontinua vegetazione rupicola caratterizzata da bassi arbusti modellati a cuscinetto dai venti marini carichi di salsedine, come l’elicriso italico e lo spazzaforno, nonché da due specie caratteristiche ed endemiche delle isole Tremiti: il limonio (Limonium diomedeum) e il fiordaliso delle Tremiti (Centaurea diomedea).
Per quanto concerne la fauna l’isola è caratterizzata dalla presenza di numerose specie di uccelli marini tra cui la caratteristica berta maggiore (M.Melodia/Panda Photo) conosciuta a Tremiti come diomedea, che raggiunge le Isole Tremiti in primavera per nidificare lungo le scogliere. Durante i rituali di corteggiamento questa procellaria emette suoni simili a lamenti, il cosiddetto “pianto delle diomedee”. Altro uccello marino presente sull’isola è il gabbiano reale (M.Sanna/Panda Photo). Le isole Tremiti si trovano lungo una rotta migratoria dell’avifauna europea e rappresentano per essa un importante punto di sosta; su di esse alcune specie si fermano per poco tempo, per riposarsi, mentre altre sostano più a lungo, anche per riprodursi. Tra i piccoli passeriformi, le specie più comuni sono il passero comune e l’occhiocotto mentre più rara è la presenza del passero solitario e del rondone pallido. Per quanto riguarda gli altri vertebrati, i rettili sono rappresentati da tre specie, la lucertola campestre, il geco verrucoso e, come unico serpente, il biacco (V.Giannotti/Panda Photo).
I mammiferi sono rappresentati unicamente dal topolino domestico e dal ratto nero. Elemento di estremo rilievo naturalistico, di cui è certa e documentata la presenza in passato presso l’Isola di S. Domino, è la foca monaca (Monachus monachus) detta dai pescatori locali “bue marino”, da cui il nome della omonima grotta presente lungo il versante occidentale dell’isola dove tale specie usava rifugiarsi.
Tra gli invertebrati è da segnalare la malmignatta, un grosso ragno conosciuto come la vedova nera, alcune specie di piccoli scorpioni e la scolopendra mediterranea.
Caprara è caratterizzata prevalentemente dalla presenza della macchia mediterranea, con folti cespugli e arbusti contorti modellati “a bandiera” dal vento. La macchia a lentisco, inquadrata nell’ambito dell’associazione Oleo-Lentiscetum, rappresenta l’aspetto vegetazionale più diffuso e più evoluto nell’isola.
Questa associazione si presenta nella sua forma tipica o nella sub-associazione Euphorbietosum per la presenza dell’euforbia arborea (Euphorbia dendroides) che caratterizza gli aspetti termo-xerofili dei suoli poveri di humus e con calcare affiorante. Altre importanti specie termofile e xerofile sono le classiche sclerofille come l’oleastro, le filliree e la dafne olivella, considerata specie a rischio di estinzione.
Nelle radure sono inoltre presenti molte geofite, come le splendide orchidee selvatiche (Anacamptis pyramidalis, Ophrys fusca, O. sphegodes incubacea) che fanno della Puglia e del Gargano un punto di forza del turismo culturale di tipo naturalistico a livello europeo.
A Caprara, la gariga (cioè la forma degradata della macchia mediterranea costituita prevalentemente da cespugli nani prevalentemente isolati) è presente in maniera frammentata lungo il versante costiero occidentale, mentre non si rinviene lungo gli altri tratti costieri a causa del substrato marnoso e per la poca esposizione alla salsedine. Su alcuni appezzamenti di terreno, un tempo coltivati ma di fatto poco produttivi, si è sviluppata una vegetazione spontanea erbacea che viene lentamente ricolonizzata dalla macchia a lentisco e oleastro. Le tipiche specie presenti in questo consorzio sono soprattutto graminacee come il comune grano villoso, coda di lepre, cerere comune, composite come carlina raggio d’oro, fiordaliso di Malta, asterisco spinoso, leguminose come il trifoglio stellato e trifoglio a foglie strette.
Lungo le coste calcaree occidentali e lungo quelle marnoso arenacee orientali di Caprara, si sviluppa una vegetazione di bassa scogliera caratterizzata da una copertura rada e discontinua costituita da: limonio virgato, limonio delle Tremiti e ginestrino delle scogliere, aglio delle isole, l’erba franca pelosa, il cappero, l’erba medica arborea e la grotta lingua.
Molto rilevante nella fauna dell’isola, così come in tutto il resto dell’arcipelago tremitese, è la presenza della Berta maggiore, la procellaria che da secoli raggiunge le Tremiti in primavera per nidificare sulle scogliere e le cui grida, durante la fase di corteggiamento (un tempo scambiate per lamenti funebri o lamenti di neonati), non smettono di affascinare non solo turisti e studiosi ma anche gli abitanti del luogo.
Oltre alla berta, è possibile ammirare, lungo la scogliera, il gabbiano reale che qui costituisce l’unica colonia pugliese nidificante, e il falco pellegrino (P.Griva-M.Santona/Panda Photo). Per quanto riguarda gli altri vertebrati, a causa della mancanza di acque superficiali non è presente alcuna specie di anfibi.
I Rettili sono invece rappresentati da tre specie: la lucertola campestre, il geco verrucoso e il biacco. Molto rarefatta è la presenza di mammiferi che, su Caprara, è limitata a pochi esemplari di coniglio selvatico, che testimoniano i ripopolamenti avvenuti in passato per garantire una riserva venatoria a scopo alimentare alle popolazioni locali. A questo aspetto si riconduce anche la presenza dei pochi esemplari di caprini che pascolano ancora allo stato brado.
Per quanto riguarda gli invertebrati è da segnalare la presenza del ragno velenifero malmignatta, conosciuto come la vedova nera, della scolopendra e di numerosi Scorpioni.
L’ambiente di San Nicola offre rifugio tra gli anfratti delle scoscese scogliere a diverse specie di avifauna dell’arcipelago. Tra queste sono molto numerosi gli esemplari di gabbiano reale, mentre una passeggiata che con lo sguardo abbraccia l’intero arcipelago permette di individuare anche qualche esemplare di rondone, che solitamente nidifica lungo le pareti rocciose esposte a est. Un altro ospite delle scogliere di San Nicola è il gheppio, un piccolo falco dalle ali appuntite e la coda stretta. Lo si può facilmente avvistare mentre volteggia sopra le radure a gariga e a macchia a lentisco alla ricerca di prede. La ricchezza dell’ambiente marino permette di effettuare interessanti immersioni. Ad est, in prossimità dello scoglio del Segato è possibile avvistare con estrema facilità saraghi, orate e cernie che trovano rifugio tra i grossi massi.
L’Isola di Pianosa vede la presenza del coniglio e il topo sono ampiamente rappresentati come pure la lucertola campestre (Podarcis sicula) e il biacco (Hierophis viridiflavus), probabilmente una razza endemica. Una numerosa colonia di gabbiano reale nidifica sull’isola. Di particolare interesse è la presenza di una limitata popolazione di rondone pallido che nidifica in una grotta carsica aperta sul lato nord dell'isola.
Le numerose pozze originatesi dai marosi che si infrangono sulle coste esposte dell'isola sono caratterizzate dalla presenza di gamberi appartenenti al genere Palaemon (B.Manunza/Panda Photo), del granchio corridore, del chitone, e in prossimità del livello medio del mare dagli anemoni (A.Ricciardi/Panda Photo) di mare e da varie specie di alghe. Sulle rocce bagnate continuamente dagli spruzzi delle onde si rileva, inoltre, la presenza del gasteropode Littorina neritoides e dei crostacei cirripedi che lungo il versante nord formano delle fasce quasi continue sino a ricoprire completamente la roccia sottostante. Ampi tratti della costa settentrionale, in corrispondenza del livello medio del mare, sono caratterizzati dallo sviluppo orizzontale di strutture calcaree, prodotte dalla crescita di alghe coralline del genere Lithophyllum, denominate trottoir. Su tutti i versanti è facile rinvenire, in prossimità della superficie, agglomerati di mitili.
I fondali di Pianosa sono apparsi caratterizzati da popolamenti di specie macrobentoniche variabili, in quanto si rilevano differenti condizioni edafiche (idrodinamismo, illuminazione, sedimentazione, pendenza del substrato, ecc.). Il versante nord e il tratto esposto a est presentano pareti che, a poca distanza dalla costa, raggiungono i 50 m di profondità. La natura calcarea della roccia determina la presenza di ambienti particolari, anfrattuosità e grotte che permettono lo sviluppo nell’infralitorale di organismi tipici del circalitorale (quali specie appartenenti al coralligeno). Particolarmente rilevante appare lo sviluppo di spugne incrostanti.
Sul versante meridionale, il fondale roccioso degrada dolcemente verso le sabbie, preminenti a partire da circa 30 m di profondità, circa 300 m al largo. Le associazioni ecologiche sono, soprattutto, quelle tipiche di aree soggette a intensa illuminazione e moderato idrodinamismo.
I fondali sono particolarmente caratterizzati dalla presenza di alghe appartenenti al genere Cystoseira. L'intenso pascolo operato dai ricci determina il completo denudamento di ampie superfici di fondale roccioso. Immersioni effettuate sul versante ovest dell'isola hanno permesso di rilevare, a profondità comprese tra 40 e 60 m, la presenza di un interessante associazione pressoché continua dello cnidario Paramuricea clavata e del briozoo Pentapora fascialis con presenza anche del falso corallo nero (Gerardia savaglia) (G.Liberta/Panda Photo).
Tra i pesci nelle varie immersioni sono stati osservati diversi esemplari di palamite, ricciole (A.Tommasi/Panda Photo), sgombri, saraghi (F.DiDomenico. Panda Photo), scorfanotti e gronchi.