Flora e Fauna
I “reef a vermeti” ospitano una ricca e variegata flora. Le alghe brune del genere Cystoseira ammantano il margine esterno del marciapiede e testimoniano, insieme ad esso, il buono stato di salute delle acque. Al valore di indicatore ecologico delle “biocostruzioni” a vermeti si aggiunge la loro capacità di arricchire le coste rocciose e di incrementare la diversità grazie alla varietà di microambienti creati dalle loro numerose cavità e depressioni. Appena al di sotto della zona di mare inizia quell’ambiente ben conosciuto dai subacquei (R.Rinaldi/Panda Photo) denominato “piano infralitorale” che racchiude il grosso della sfera spettacolare e cromatica della vita sottomarina e che si estende fino a quelle profondità segnate dalla presenza dei vegetali amanti della luce (fotofili). Alle stesse profondità, tuttavia, le pareti sommerse e gli ambienti più in ombra ospitano comunità viventi non amanti della luce (organismi sciafili). E’ questo lo scenario che caratterizza l’ambiente costiero di Capo Gallo e Malpasso, dominato da una falesia esposta a nord che proietta un’ombra persistente su una costa battuta da violenti moti ondosi e in cui predominano alghe rosse adattate a queste condizioni di luce ridotta e di intenso idrodinamismo. Qui la piattaforma a vermeti, sensibile a tali condizioni estreme, lascia spazio ad una piccola cornice che bordeggia la riva e che è costruita da una più resistente alga rossa calcarea (Litophyllum lichenoides).
La vita vegetale comprende complesse comunità algali ma trova la sua massima espressione nella presenza della Posidonia oceanica (F.DiDomenico/Panda Photo); una pianta superiore (con foglie, fusto e radici) di enorme valore ecologico e capace di formare estese praterie sommerse. I posidonieti dell’area si presentano con un buon grado di conservazione e la loro interessante struttura li rende particolarmente degni di tutela: nei fondali a ponente di Capo Gallo si può osservare un interessante e non comune posidonieto su roccia. Il coralligeno (associazione che caratterizza i fondi rocciosi di una certa profondità in cui predominano le alghe rosse Corallinaceae) e gli ambienti delle numerose grotte sommerse e semisommerse completano l’elenco degli habitat marini di grande valore presenti nel sito.
La zona costiera di Capo Gallo è ricca di anfratti e piccole grotte. Le grotte marine ospitano popolamenti che variano verso l’interno in funzione della progressiva riduzione di luce e idrodinamismo, riproducendo quei cambiamenti nelle forme di vita animali e vegetali che normalmente riscontriamo scendendo a maggiori profondità. La transizione dagli habitat luminosi a quelli in ombra è accompagnata dall’affermarsi delle alghe rosse e, proseguendo verso le cavità più buie, dal graduale prevalere della vita animale su quella vegetale.
La ricca fauna ittica comprende parecchie specie stanziali che popolano la zona sottocosta, come i saraghi (A.Tommasi/Panda Photo), gli scorfani e i coloratissimi labridi. Cernie, corvine e murene popolano numerosi gli anfratti dei fondali rocciosi. Non mancano i pesci di passo come i dentici e il barracuda mediterraneo (Sphyraena sphyraena) chiamato dai pescatori “aluzzo”. Nelle zone pelagiche più profonde trovano il loro habitat il tonno rosso (Thunnus thynnus), che si avvicina alla costa solo in determinati periodi, la bellissima tartaruga marina Caretta caretta (M.Melodia/Panda Photo), purtroppo sempre più rara, ed alcuni cetacei (Tursiops truncatus, Stenella coeruleoalba) che occasionalmente possono incrociare a largo della costa.
Per quanto riguarda la fauna bentonica, in primo luogo merita un approfondimento la presenza del dal mollusco gasteropode vermetide Dendropoma petraeum , che si può considerare il principale responsabile della formazione del “trottoir a vermeti”. Questa struttura tipica della zona, ma che si ritrova anche sulle coste di Israele e del Libano ed in altre zone costiere siciliane, è una biocostruzione marina che si eleva dal fondo verso la superficie del mare, modificando progressivamente l’ambiente locale, sia fisicamente che ecologicamente. Si presenta come una piattaforma calcarea emergente con la bassa marea, con un bordo esterno di circa 40 centimetri, costituito da una spessa incrostazione prodotta dalle conchiglie di Dendropoma cementate tra di loro, molto articolata e fessurata, che costituisce la vera porzione attiva del trottoir, in espansione verso il largo. Verso l’interno la piattaforma presenta una serie di depressioni dal diametro variabile da qualche decimetro ad oltre un metro ed una profondità generalmente inferiore ai 50 cm., le cosiddette “cuvettes”. Le più estese di queste ultime possono essere paragonate a piccole lagune retrorecifali ed possono essere occupate da posidioneti o da alghe fotofile.
Dendropoma petraeum è un mollusco gasteropode sessile endemico del Mediterrano che ha una robusta conchiglia di forma tubulare a crescita irregolare. E’ una specie gregaria e coloniale adattata a vivere nella fascia intermareale grazie alla presenza di uno spesso opercolo corneo che chiude l’apertura della conchiglia nei periodi di emersione, cui l’animale è sottoposto durante l’alternanza dei cicli di marea. La specie si nutre esclusivamente attraverso filtrazione per mezzo di ciglia, che con l’ausilio di sostanze mucillaginose intrappolano piccoli organismi contenuti nell’acqua. Dendropoma petraeum può essere considerato la principale specie biocostruttrice del reef a vermeti, anche se la sua azione è sostenuta da alcune alghe rosse incrostanti, come Neogoniolithon brassica, che prolifera in particolare nelle “cuvettes” e nelle pozze di marea. Alla piattaforma si associa spesso il Vermetus triquetrus che, sia in forma solitaria che gregaria, occupa le porzioni perennemente immerse della struttura poiché, differentemente dal Dendropoma petraeum, presenta un opercolo vestigiale poco adatto per resistere ai periodi di secca. In uno studio comparativo tra coste con trottoir a vermeti e coste nelle quali queste strutture sono assenti, è stato evidenziato come questa formazione contribuisce all’aumento della biodiversità.
Per quanto riguarda i crostacei associati al trottoir a vermeti, possono essere citati Pachygrapsus marmoratus, Eriphia verrucosa, Maya squinado e Chthamalus stellatus.
La componente malacologica è costituita da circa 46 taxa; tra questi, Mytilaster minimum, Cardia caliculata, Pisinna glabrata. E’ presente, altresì, il cosiddetto falso corallo, costituito in realtà da colonie di briozoi (tra cui Myriapora truncata), che si alterna a coloratissime madrepore incrostanti di color arancione, formate da associazioni di antozoi. I celenterati sono rappresentati dalla medusa Cassiopea mediterranea, dall’ombrello a forma di disco di colore giallo con i tentacoli viola, e dal polmone di mare, che, con il suo cappello opalescente dai contorni viola di diametro fino a sessanta centimetri e la sua massa che può raggiungere i dieci chilogrammi di peso, è la medusa più grande del Mediterraneo.