Storia e Geografia
I territori oggi compresi nel Parco sono stati assiduamente frequentati per millenni e conservano le testimonianze della presenza umana. Tra le più importanti, ad esempio, ci sono: i numerosi siti archeologici preistorici; l’ex centro minerario di Valle Imperina, parte integrante dell’economia della Repubblica di Venezia, che ha una storia di oltre mezzo millennio; la Certosa di Vedana, complesso benedettino di eccezionale valore; le chiesette della fascia pedemontana; gli antichi ospizi medievali della Val Cordevole; le “strade militari”, residuo di un travagliato periodo della storia europea, che qui ha lasciato segni indelebili nel paesaggio ma soprattutto nella memoria dell’uomo; le malghe e tutti i segni cosiddetti "minori" dell'antico vivere dell'uomo in montagna. Le prime tracce di antropizzazione risalgono al Paleolitico medio, quando 40.000 anni fa gli Uomini di Neanderthal giunsero sul monte Avena per cacciare grandi mammiferi. A partire da 6.000 anni fa (periodo Neolitico), l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento portò l'uomo verso la graduale sedentarietà e quindi alla costruzione dei primi villaggi. Testimonianze di questi insediamenti sono state trovate a Vignui, Pedavena e Ponte nelle Alpi. Negli ultimi decenni del II secolo a.C. iniziò la colonizzazione romana con i municipi di Bellunum e Feltria e la pedemontana feltrina che era attraversata dalla via Claudia Augusta-Altinate: la strada che da Altino portava al Danubio.
Nei secoli successivi, l’area fu oggetto delle dominazioni bizantine, longobarde e franche e nel corso dell'alto medioevo fu chiamata Marca Veronese e Marca Veronese Trevigiana. Il governo delle due città montane fu affidato ai Vescovi.
Nel corso del quattrocento Feltre e Belluno caddero sotto il dominio della Repubblica Veneta. Nel 1510, in seguito alla sconfitta veneziana di Agnadello ad opera della lega di Cambrai, Feltre viene distrutta. Grazie ad una grandiosa opera di ricostruzione, sul preesistente impianto medioevale della città, sorgono gli edifici rinascimentali che ancora oggi ammiriamo. La caduta della Repubblica di Venezia aprì un periodo tormentato: ad una prima dominazione francese seguì quella austriaca e, nel 1805, tutto il Veneto entrò a far parte del regno d'Italia napoleonico. Dopo la sconfitta di Napoleone, Feltre e Belluno entrarono a far parte del regno Lombardo-Veneto. Nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza, vennero annesse al regno sabaudo.
Nel territorio del Parco è visibile la coesistenza, talora ravvicinata, di scenari tipicamente dolomitici e di monti dai profili prealpini, caratteristica che costituisce l’aspetto che maggiormente connota il paesaggio dell’Area protetta. Gran parte del territorio ha una costituzione geomorfologica su rocce sedimentarie (calcari e dolomie) iniziata oltre duecento milioni di anni fa (Trias superiore) quando nell’area, allora marina e di tipo tropicale, si depositarono i sedimenti che hanno originato la Dolomia Principale, che oggi forma lo zoccolo basale di gran parte dei monti del Parco. Durante il periodo Giurassico, a seguito della distensione della crosta terrestre, cambiarono gli ambienti di sedimentazione: nella zona più occidentale si depositarono fanghi carbonatici, determinando la formazione dei Calcari Grigi e i resti di organismi marini che hanno portato alla formazione del calcare Rosso Ammonitico Inferiore; più a est si depositarono, invece, calcari ricchi di argilla o selce (Formazione di Soverzene e di Igne). Successivamente si sono formati il Calcare del Vajont e i calcari selciferi della Formazione di Fonzaso che hanno riempito il Bacino Bellunese sovrapponendosi al Rosso Ammonitico Inferiore. Durante il Cretaceo il mare si approfondì e si depositarono i fanghi carbonatici che diedero origine ad un bianco calcare selcifero che costituisce le piramidi sommitali delle Vette di Feltre e che affiora anche ai piedi del Sass de Mura.
L’attuale assetto dell’Area vede situate al margine meridionale delle Alpi Dolomitiche le grandi vallate alpine, tra cui quella del Piave ed i gruppi montuosi delle Alpi Feltrine (Vette, Cimonega, Pizzocco-Brendol-Agnelezze), del Pizzon-Feruch-Monti del Sole (tra le Valli del Mis e del Cordevole) (G.Cappelli/Panda Photo), della Schiara-Pelf e della Talvéna, nel settore nord orientale.
Le cime principali sono: la Schiàra di 2565 m s.l.m., il Sass de Mura di 2550 m s.l.m., la Talvéna di 2542, il Pavióne di 2335 m s.l.m. ed il Pizzón di 2240 m s.l.m.
I torrenti principali sono: lo Stién, il Caoràme, il Vesés, il Falcìna, il Mis, l’Imperìna, il Cordévole, il Vescovà, l’Ardo ed il Prampèra.
Il settore più occidentale del Parco è caratterizato da cime erbose (la più celebre è la piramide del Monte Pavione, 2335 m s.l.m.) ed estesi detriti di falda, circhi glaciali e conche carsiche. A questo versante si accede dalla zona collinare (Croce d'Aune, Col dei Mich, Val di San Martin). II sottogruppo di Cimonega ha invece un'impronta tipicamente dolomitica e culmina nei 2550 m s.l.m. del Sass de Mura.