Flora e Fauna
Le particolari condizioni climatiche ed orografiche dell’area del Parco favoriscono una notevole etoerogeneità floristica, con oltre 2000 specie diverse di piante autoctone spontanee. Tra esse circa 200 rivestono importanza per l’alto valore naturalistico delle specie endemiche e rare; tra queste la più nota è indubbiamente la primula di Palinuro (A. Nardi/Panda Photo), simbolo del Parco, la cui diffusione è localizzata in poche zone del Cilento e della Calabria.
Sulle spiagge e sui cordoni dunali sono presenti comunità vegetali psammofile, con specie che presentano caratteristici adattamenti alla forte insolazione ed aridità, tra cui il sempre più raro giglio marino e la santolina delle spiagge.
Anche sulle scogliere vivono piante estremamente adattate all’aridità e alla salsedine, come la copiosa ed endemica statice salernitana, mentre le alte rocce a picco sul mare vedono la presenza del garofano delle rupi, della centaurea, della iberide florida, della campanula napoletana.
La fascia costiera vede anche i tipici connotati della macchia mediterranea, arricchita dalla ginestra del Cilento, dal carrubo e dal ginepro rosso o fenicio.
Nelle aree in cui le condizioni climatiche e dei suoli lo consentono, la macchia si trasforma in formazioni arboree, dominate dal leccio. Nell’area costiera, oltre ai piccoli boschi a pino d’Aleppo (A. Nardi/Panda Photo), il tessuto delle foreste sempreverdi e della macchia mediterranea è permeato dagli.
Differentemente, nelle zone interne e sui rilievi delle colline le alte querce caratterizzano la vegetazione così come fanno i faggeti alle quote più elevate. In questa zona, tra le molte specie la più rara è l’acero di Lobelius.
La varietà di ambienti presenti giustifica anche la particolare diversità faunistica.
Aree costiere e montane, fiumi e ruscelli, rupi e foreste, determinano altrettante specie di alto valore naturalistico.
È facile poter vedere numerosi rapaci, tra cui l’aquila reale (P.Griva-M.Santona/Panda Photo) e le sue prede preferite: la coturnice e la lepre italica; la presenza di queste due ultime specie è molto importante, in quanto rappresentano popolazioni tipicamente appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio.
Particolare è la presenza del cervo e del capriolo che sono ritornati recentemente ad abitare il Massiccio del Cervati grazie ad un progetto di reintroduzione delle specie.
Tra la ricca avifauna delle foreste di faggio, tipici sono il picchio nero, il picchio muratore e il ciuffolotto, mentre nelle radure vivono il topo selvatico ed il topo selvatico dal collo giallo; questi piccoli roditori sono tra le prede preferite del gatto selvatico (L. Longo/Panda Photo), la cui presenza rappresenta un altro tesoro del Parco.
Sulla corteccia degli alberi vive, infine, un raro insetto: il coleottero cerambicide Rosalia alpina (foto G. Carotti).
Nei corsi d’acqua, invece, è la lontra (Ardeidas/Panda Photo) a dominare, la cui presenza nell’area è tra le più “abbondanti” d’Italia.