Flora e Fauna
La diversificazione in microambienti del territorio dell’area (zona di marea, l’ambiente di roccia e ghiaia e i fondali sabbiosi e fangosi) permette una preziosa risorsa di biodiversità.
La zona di marea, mostra fluttuazioni periodiche del livello del mare che possono arrivare, in condizioni particolari, quasi a due metri: le specie che popolano questa fascia fra cui crostacei cirripedi, molluschi bivalvi, granchi (Carcinus sp., R.Nistri/Panda Photo), pomodori di mare e la quercia di mare, autentico relitto biogeografico dell'ultima glaciazione, nonché la celebre bavosa pavone, specie simbolo della Riserva hanno sviluppato particolari strategie adattative per sopravvivere "all'asciutto" durante le ore di bassa marea.
Alta e bassa marea si alternano in Adriatico ogni sei ore, scoprendo e ricoprendo una zona abitata da numerose specie marine che si sono adattate a vivere per un certo periodo di tempo fuori dall’acqua.
Le condizioni estreme di questa fascia in continuo cambiamento tra mare e terra, fanno sì che gli organismi presenti si distribuiscano lungo un gradiente che vede aumentare il numero delle specie man mano che ci si avvicina all’acqua. Nell’area tutelata si possono incontrare crostacei cirripedi (Chthamalus sp.pl., Balanus sp.pl.), detti comunemente denti di cane, dalla singolare forma a vulcano che vivono in grandi quantità sulle rocce bagnate dall’alta marea e catturano il plancton durante il periodo di immersione con i tentacoli piumosi; diverse specie di molluschi tra cui le cozze (Mitylus galloprovincialis), le patelle (Patella sp.pl.) e le chiocciole di mare (Monodonta turbinata) dalla caratteristica conchiglia quadrettata. Particolarità di questo ambiente è l’alga bruna chiamata quercia di mare (Fucus virsoides): tipica di mari più freddi, è un relitto dell’ultima glaciazione ed è endemica dell’Alto Adriatico. Divide il suo ambiente con le alghe verdi più comuni quali la lattuga di mare (Ulva sp.pl.) ed il muschio marino (Enteromorpha sp.pl.) Sotto i sassi si trovano in gran numero pulci e porcellini di mare (Talitrus saltator e Sphaeroma serratum), che si rifugiano tra gli interstizi dove rimane intrappolata un po’ d’acqua. Scendendo verso la fascia più prossima al mare si incontrano il granchio dalle chele nere (Xantho poressa), il granchio dalle chele piatte (Porcellana platycheles) e i due celenterati Actinia equina e Actinia cari, rispettivamente il pomodoro di mare e l’anemone tigrato. Gli unici pesci che colonizzano la fascia intertidale, sono le comuni bavose pavone (Lipophrys pavo), dal corpo privo di scaglie ma ricoperto da muco viscido che consente loro di sopravvivere fuori dall’acqua durante la bassa marea, e il più raro succiascoglio (Lepadogaster lepadogaster).
L'ambiente di roccia e ghiaia è altrettanto ricco e vario. Gli anfratti e le sporgenze rocciose su cui poggia il Castello di Miramare costituiscono un ottimo substrato per l’ancoraggio di alghe e altri organismi, offrendo anche l’habitat adeguato alla nidificazione di diverse specie di pesci.
Sulle pareti delle rocce colonizzate dai poriferi spiccano le chiazze gialle della spugna a canne d’organo (Aplysina aerophoba) e quelle nere della ircinia (Ircinia fasciculata). Gli anemoni di mare (Anemonia sp.) (A.Ricciardi/Panda Photo), parenti delle meduse, occupano intere pareti rocciose e sono visibili in acqua sin dai primi metri; il madreporario (Cladocora caespitosa) (M.Lanini/Panda Photo), detto cervello di mare per la sua particolare morfologia, è invece l’unico rappresentante in Alto Adriatico dei coralli duri. I crostacei tipici, o per lo meno di facile avvistamento, sono la grancevola (Maja verrucosa) con il suo carapace spinoso, il granciporo o favollo (Eriphia spinifrons) dalle potenti chele, e il piccolo gamberetto trasparente detto localmente schila (Palaemon elegans). Vi è una grande varietà di pesci: tra quelli con abitudini più legate al fondale sono numerose le bavose (Lipophrys sp.pl.) e i ghiozzi (Gobius sp.pl.) (G.Villani/Panda Photo) che colonizzano i buchi e le cavità delle rocce; tra i nuotatori si possono incontrare le salpe (Sarpa salpa) (A.Ricciardi/Panda Photo), dal corpo di colore grigio-blu con fasce longitudinali gialle sui fianchi e lo sciarrano (Serranus scriba) (A.Tommasi/Panda Photo), che spicca per la sua grande macchia azzurra sul corpo tigrato. A tutte le profondità vivono un gran numero di occhiate (Oblada melanura), pesci dalla livrea argentea con una caratteristica macchia nera orlata di bianco sulla coda, saraghi, orate (Sparus aurata) e cefali (Mugil cephalus), tipici nuotatori che però mantengono uno stretto contatto con il fondale per cibarsi. Numerose sono anche le specie di labridi, il cui riconoscimento è molto difficile viste le diverse livree che possono assumere a seconda dell’età o del ciclo biologico. Sotto i quattro metri è possibile incontrare le corvine (Sciaena umbra) e lo scorfano nero (Scorpena porcus), perfettamente mimetizzato tra le rocce. Nel corso degli anni hanno assunto un ruolo importante all’interno della area marina le castagnole (Chromis chromis), pesci dalla coda bifida, blu da giovani e bruni da adulti, di cui si è studiato dettagliatamente il comportamento. Se si eccettuano i rari avvistamenti di squali, che generalmente preferiscono acque più profonde, i super-predatori per eccellenza sono le spigole o branzini (Dicentrarchus labrax), che spesso si possono vedere mentre rincorrono i piccoli latterini (Atherina sp.pl.) (G.Villani/Panda Photo).
La stupefacente varietà di specie presenti nelle zone descritte sfuma nell'apparente monotonia dei fondali sabbiosi e fangosi che si protendono verso il mare aperto. Ma è solo apparenza, infatti oloturie, ofiure o stelle serpentine, stelle marine e crostacei fanno a gara per mimetizzarsi sul fondo; mentre tra gli Anellidi è presente lo spirografo (G.Picchetti/Panda Photo), che abita un tubo allungato di muco ispessito dal quale estroflette una pittoresca corona di branchie piumate.
Sulla sabbia o infossate nel substrato si trovano varie specie appartenenti al gruppo sistematico degli Echinodermi: l’oloturia (Holoturia foskali) chiamata anche cetriolo di mare, le ofiure o stelle serpentine, l’Astropecten aranciacus, una stella marina di colore bruno-arancione. Numerosi sono i paguri (Paguristes oculatus), che trascinano la pesante conchiglia spesso ricoperta da una tipica spugna di colore arancione (Suberites domuncula), e gli spirografi (Sabella spallanzani), vermi sedentari esteticamente molto appariscenti che vivono in un tubo costituito da una concrezione di sabbia e muco e all’occorrenza estroflettono le branchie a corona spiralata per mangiare e respirare. In zone sabbiose più riparate è possibile incontrare la pinna nobile (Pinna nobilis) (M.Lanini/Panda Photo) il mollusco bivalve più grande esistente nel Mediterraneo, che con i suoi 50 - 80 centimetri di conchiglia conficcata nel substrato fa da supporto rigido a spugne ed ascidie incrostanti. Infossati nella sabbia si possono incontrare alcuni bivalvi quali telline, vongole (Chamelea gallina) e i tartufi di mare (Venus verrucosa) mentre in superficie è possibile seguire la scia caratteristica lasciata dai murici (B.Manunza/Panda Photo), che cercano nella sabbia i bivalvi nascosti di cui di nutrono. Questo ambiente in apparenza ostile è fonte di nutrimento per le mormore (Lithognathus mormyrus), pesci ossei che permangono nelle acque della Area marina solo in autunno e inverno, oltre che per animali come la seppia (Sepia officinalis) (A.Tommasi/Panda Photo), mollusco cefalopode, e i pesci piatti quali la sogliola (Solea sp.pl.) e la passera (Platichthys flesus italicus), specie per altro endemica dell’Alto Adriatico.
La modesta profondità di queste acque non ha impedito a squali isolati, delfini (M.Pulcini/Panda Photo) e a tartarughe di mare (Caretta caretta) (V.Puggioni/Panda Photo) di fare la loro comparsa nel Golfo: si tratta pero di avvistamenti sporadici che riguardano specie non stanziali.