Flora e Fauna
Dal punto di vista naturalistico l'Alta Murgia è caratterizzata dalla presenza di due habitat prioritari: quello Festuco-Brometalia (formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo) e quello Thero-Brachypodietea (percorsi di graminacee e piante annue). La vegetazione cambia a seconda della zona: l’area è un susseguirsi di formazioni rocciose, vaste distese steppiche e formazioni boschive, costituite principalmente da alberi di quercia (N.Martino/Panda Photo) per le quali è prevalente la forma di governo a ceduo semplice e matricinato. Nel territorio del Parco sono diffusi anche impianti di origine artificiale a prevalenza di pino d'Aleppo che provengono dalle attività di rimboschimento iniziate a partire dagli anni ‘30 e che hanno portato, nel tempo, alla soluzione del problema della difesa del territorio.
L’Area protetta vede inoltre la presenza di una notevole varietà faunistica; tra l’avifauna vi sono alcune delle più importanti specie delle aree steppiche e semiaride del bacino del Mediterraneo tra cui la calandra (J.C.Munoz/Panda Photo) e la calandrella, che hanno particolare rilievo ai fini conservazionistici essendo le popolazioni più numerose dell’Italia peninsulare. La Murgia accoglie anche diverse specie di rapaci diurni tra le quali una delle più importanti popolazioni a livello mondiale di falco grillaio, specie per la quale la steppa costituisce l’habitat trofico e che nidifica nei centri storici dei paesi limitrofi. Altre specie di rapaci diurni di grande importanza presenti sul territorio sono il nibbio reale, il gheppio e la poiana (B.Santucci-G.Guerrieri/Panda Photo). Tra i rapaci notturni invece vi sono il barbagianni (G.Lacz/Panda Photo), il gufo reale e la civetta. La Murgia è anche l’habitat di anfibi e rettili quali il tritone italiano, endemismo del centro-sud d’Italia, e l’ululone appenninico (Foto G. Carotti). Tra i predatori vanno annoverate la volpe, la donnola e la faina. Di notevole importanza la popolazione di micromammiferi, tra cui il mustiolo (R.Ragno/Panda Photo), l’arvicola di Savi e il topo selvatico, in quanto fonte trofica principale per i numerosi rapaci presenti.