Storia e Geografia
Sul versante storico l’origine del nome dell’isola è controversa ed ancora dibattuta; per i Greci Ustica era Osteodes, "ossario o isola delle ossa", per i resti umani di una deportazione cartaginese di soldati mercenari ammutinati che qui trovarono la morte per fame e sete.
I Romani la chiamarono “Ustum”, l'arsa, la bruciata, proprio per i suoi scogli lavici nerissimi. I rinvenimenti archeologici testimoniano che l'isola fu abitata sin dall'età preistorica, ospitando, presumibilmente, tutte le civiltà affacciatesi in Sicilia.
Nel 1974 sono stati effettuati degli scavi archeologici nel sito dei “Faraglioni”, che hanno portato alla luce un vasto villaggio preistorico della media età del bronzo, monumento straordinario coevo al Milazzese. La Rocca della Falconiera, restaurata di recente, è ricca di vestigia romane (vi sono stati rinvenuti monete, mosaici, ceramiche); alle sue pendici una vasta necropoli e diversi ipogei di età compresa tra il III secolo a.C. al VI d.C. Altre tombe a fossa sono state rinvenute in località Spalmatore. Dal VIII e fino al XI secolo Ustica fu in mano ai Saraceni. I Normanni vi costruirono la Chiesa di S. Maria e il Convento dei Benedettini, che i Saraceni distrussero quando si impadronirono nuovamente dell'Isola nel XIV secolo, dopo aver sterminato e disperso la popolazione. Diversi tentativi per occuparla e popolarla, fatti in seguito dal governo Spagnolo, non riuscirono; tutto fu distrutto e quel che restava della popolazione fu ucciso o trascinato dai pirati in schiavitù. Nel 1763 l'isola fu colonizzata dai Borboni che vi portarono coatti e confinati, perché erano utili per i lavori di manovalanza nella costruzione degli edifici pubblici e delle fortificazioni (torri, fortezza, fortini e garitte, magazzini e rifugi). Lo stesso fecero i Savoia; durante il Fascismo furono in molti a popolare l'isola. Continuò ad essere luogo di confino con la Repubblica fino al 1961, anno in cui lo stesso fu abolito.
Geologicamente affine alle Eolie, l’isola di Ustica è di origine vulcanica; numerosi rilievi collinari rappresentano i resti di antichi vulcani (Punta Maggiore, 244 m; Guardia dei Turchi, 238 m) e dividono l'isola in due versanti. Differenti fattori sembrano concorrere simultaneamente a rendere Ustica un caso forse unico nel bacino occidentale del Mediterraneo; in primo luogo la distanza dalle aree costiere continentali e i notevoli ricambi di masse d’acqua, abbinati ad una ridotta attività agro-zootecnica nell’ entroterra e ad un impatto antropico minimo per oltre nove mesi l’anno (con una densità di popolazione media di 128 abitanti/km2), minimizzano l’influenza di apporti organici e di inquinanti nell’ambiente marino. La posizione geografica dell’isola, posta nel limite superiore dell’isoterma dei 14°C invernali, l'ha probabilmente resa un importante crocevia di scambio di specie tra il bacino meridionale e quello settentrionale del Mar Mediterraneo. Un ulteriore vantaggio è dato dall’ottimo stato di conservazione delle comunità mesolitorali ed infralitorali dell’isola. Sono presenti numerose grotte sommerse e semisommerse, tra le quali sono da segnalare la Grotta dei Gamberi, che è popolata da tantissimi gamberetti rossi, e la grotta dei Cirri, che deve il nome alle migliaia di sarde, chiamate localmente “cirri”, che vi si incontrano.
L’isola di Ustica (R. Rinaldi/Panda Photo) sorge nel Tirreno meridionale a 36 miglia Nord Nord-Ovest dalla costa palermitana. Ha un’estensione superficiale di 8,7 km2, una lunghezza di circa 4 km ed un’ampiezza di circa 2,5 km; raggiunge con Monte Guardia dei Turchi la quota massima di 244 m s.l.m..
Ustica è la porzione sommitale di un grande edificio vulcanico sottomarino i cui versanti precipitano a nord verso la piana batiale centro tirrenica, fin oltre la profondità di 2000 m sotto il livello del mare. La datazione delle vulcaniti indica che la sua formazione sarebbe avvenuta circa 730-740.000 anni fa, segnalandola quindi come la più antica tra le isole vulcaniche circumsiciliane. E’ costituita prevalentemente da lave basiche e tufi, mentre i depositi sottomarini sono scarsamente presenti sottoforma di sottili lembi talora fossiliferi e sedimenti clastici formatisi a spese dei tufi.
Le coste dell’isola sono quasi ovunque rocciose e difficilmente accessibili da terra a causa della forte inclinazione dei pendii; l’unico versante semipianeggiante è quello occidentale (contrada Spalmatore). Nel settore settentrionale si sviluppa una scogliera (M. Leopardi/Panda Photo) di altezza compresa tra i 10 ed i 40 m s.l.m. con pareti verticali e sub verticali a forte pendenza.
Le coste meridionali ed orientali si snodano con profilo irregolare, ricco di piccole insenature. Sono inoltre presenti numerose grotte di abrasione marina, formatesi in alcuni casi per la maggiore suscettività all’erosione dei sedimenti calcarei inglobati dalle lave di effusione. Lo sprofondamento di ampie porzioni dell’isola a seguito di crolli tettonici ha originato fondali scoscesi con morfologia tormentata soprattutto nel versante meridionale ed orientale, mentre nel versante occidentale e nord occidentale i fondali digradano più dolcemente.