Storia e Geografia
L’area del Parco Nazionale ha una notevole rilevanza archeologica. Gli insediamenti etruschi hanno lasciato, nell’area di Monte Falterona, il più significativo sito archeologico di tutto l’Appennino tosco-romagnolo.
Le “vie dei pellegrini”, che partendo dalla lontana Germania, lungo la via Romea, attraversavano il crinale al valico del Passo di Serra per scendere verso Roma ci danno il segno della rilevanza storica dell’area, come dimostra anche un canto della Divina Commedia di Dante sulla suggestiva cascata dell’Acquacheta (Foto P. Gherardi).
All’interno del Parco, ci sono due poli di grande fascino ed importanza spirituale: il Santuario della Verna (Foto P. Gherardi), donato a San Francesco dal conte Orlando Cattani di Chiusi nel 1213 come luogo di eremitaggio, che si erge sull’orlo di selvagge balze rocciose e, alle cui spalle, si può ammirare la secolare selva di abeti e faggi conservata intatta per quasi otto secoli dai monaci francescani; l’Eremo di Camaldoli, fondato nel 1012 da San Romualdo, il quale si ritirò in questo luogo circondato da folte selve di abeti.
Il territorio è caratterizzato da un assetto geologico piuttosto omogeneo per quanto riguarda il versante romagnolo e più diversificato nel versante toscano. La prima area è caratterizzata dalla presenza di formazioni marnoso-arenacee, costituita da sedimenti di ambiente marino profondo, con grandi banchi di arenaria intercalati a strati di sottili marne. Nella parte toscana la formazione geologica più presente nel “macigno” è costituita da banchi di roccia arenacea alternati a scisti argillosi e marne grigie.
Dalle pendici occidentali della dorsale appenninica nascono tutti i corsi d'acqua che solcano le Foreste Casentinesi (dintorni di Campigna, foto P. Gherardi), tra cui l’Arno, che nasce dalle pendici del Monte Falterona (1654 m s.l.m.), seconda vetta per altezza dopo il Monte Falco (1658 m s.l.m.). Sul versante romagnolo, la rete idrografica è costituita da un esteso ventaglio di torrenti che interessano tutta la zona del crinale, dal Monte Falco alla Cima del Termine. Dalla linea di crinale si dipanano i bacini idrografici del Montone, del Tramazzo, del Rabbi e del Bidente con i suoi tre rami immissari (Bidente di Celle o di Corniolo, Bidente di Ridracoli e Bidente di Pietrapazza) verso la Romagna; i torrenti San Godenzo e Rincine, affluenti della Sieve, in Mugello e l'alto corso dell'Arno con i suoi affluenti (Staggia, Fiumicello, Sova-Roiesine, Archiano e Corsalone) in Casentino. I bacini lacustri naturali sono assenti, mentre si rileva la presenza dell'invaso artificiale di Ridracoli che trattiene circa 33 milioni di metri cubi d'acqua dal bacino dell'omonimo braccio del Bidente e da quello di Corniolo e di Rabbi. Dal punto di vista bioclimatico, la zona presenta un clima temperato con estati relativamente fresche ed umide ed inverni relativamente rigidi.