Convenzione sulle Zone Umide di Importanza Internazionale

Convenzione di Ramsar

La Convenzione sulle Zone Umide di Importanza Internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, è stata stilata a Ramsar (Iran) nel 1971. Lo scopo principale della Convenzione è quello di porre un freno alla distruzione delle zone umide, in particolare quelle molto importanti per gli uccelli migratori, e di riconoscerne ufficialmente l’elevato valore ecologico, scientifico, culturale ed economico. L’Italia ha firmato la Convenzione di Ramsar nel 1975, entrata in vigore nella normativa nazionale con il DPR n. 448 del 13/03/1976, poi emendato con il DPR 11 febbraio 1987.

La Convenzione prevede tre attività principali:

  • l'individuazione delle aree umide di interesse internazionale;
  • la promozione dell’uso sostenibile delle aree umide;
  • la cooperazione internazionale.

Al 2014 la Convenzione risulta sottoscritta da 168 Parti, con 2181 siti designati come Zone Umide di Importanza Internazionale, per un’area complessiva di più di 208 milioni di ettari. Queste cifre sono in continuo aumento man mano che aderiscono nuovi paesi i quali, sottoscrivendo la Convenzione, accettano di conservare e proteggere le zone umide presenti sul loro territorio e di destinare per scopi esclusivamente di conservazione almeno un’area umida di importanza internazionale.

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DOCUMENTI

Siti Ramsar

La Convenzione sulle Zone Umide di Importanza Internazionale (Convenzione di Ramsar) ha permesso di identificare, all’interno di un elenco internazionale, le più importanti aree umide mondiali, caratterizzate da ecosistemi ad altissima biodiversità. La Convenzione definisce come “zone umide” (wetlands) le paludi, gli acquitrini, le torbiere e gli specchi d’acqua, siano essi naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante oppure corrente, dolce, salmastra o salata e comprende anche quelle fasce marine costiere la cui profondità, in condizioni di bassa marea, non superi i 6 m. I siti con tali caratteristiche possono essere inclusi nella “lista delle zone umide di importanza internazionale" approvata dalla convenzione stessa.

Le zone umide rivestono una notevole importanza per diverse proprietà: idrogeologiche, chimiche e fisiche, biologiche, scientifiche, produttive, educative e culturali. In base alle indicazioni della Convenzione di Ramsar, l'Italia ha riconosciuto 51 siti sul territorio nazionale, comprese le isole maggiori, per una superficie totale di più di 60.000 ettari. In Italia molti siti Ramsar sono costituiti da habitat seminaturali o, in alcuni casi, del tutto artificiali (come ad esempio le saline) (Margherita di Savoia, Foto P. Gherardi) i quali sono caratterizzati da un’elevata biodiversità di specie (non solo di uccelli ma anche pesci, molti invertebrati e anche di specie vegetali), oltre che dall’importanza economica legata, per esempio, all’ittiocoltura o all’estrazione del sale.

La zona umida più estesa sul territorio nazionale è quella delle Valli di Comacchio in Emilia Romagna (13.500 ettari) ma sono altrettanto meritevoli di tutela zone molto più piccole come la Palude di Colfiorito in Umbria (157 ettari).

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