La classe dei rettili è rappresentata in Italia da numerose specie di sauri, serpenti e cheloni. In particolare fra queste ultime sono da citare le testuggini d’acqua indigene, con popolazioni ben differenziate nella penisola, in Sicilia e in Sardegna, le testuggini terrestri di Hermann (M.Lanini/Panda Photo), indigene, e quelle greche e marginate, probabilmente introdotte in epoca storica, particolarmente comuni in Sardegna.
Fra i serpenti è da citare il gruppo delle vipere, con quattro specie (assenti solo dalla Sardegna e da alcune isole minori). Di particolare rilevanza la vipera di Orsini (foto G. Carotti), specie legata alle praterie appenniniche d’alta quota e un cospicuo numero di colubri, fra cui specie nordafricane e del Mediterraneo orientale la cui presenza nel territorio italiano è spiegata dalle teorie biogeografiche.
Si possono citare le specie mediterraneo occidentali a Ovest (basti pensare alla lucertola ocellata e al colubro lacertino o di Montpellier che si affacciano in Liguria e in Piemonte), le specie dinarico-balcaniche e mediterraneo-orientali ad Est (basti pensare al colubro gatto e allo pseudopo che compaiono nel Friuli Venezia Giulia). Ai collegamenti terrestri del Quaternario fra Nord Africa, Sicilia e Sardegna si deve la colonizzazione dell’Italia insulare e meridionale da parte di forme africane termofile e xerofile - quindi poco adatte a spingersi molto a nord - come lo psammodromo di Lampedusa o il gongilo (A.Petretti/Panda Photo).
La lista rossa include numerose specie di rettili della nostra fauna. Le catture per commercio e per detenzione compromettono la sopravvivenza di 22 specie di rettili; risulta perciò fondamentale arrivare ad un controllo o, meglio ancora, ad un totale arresto dei prelievi in natura.
Come per gli anfibi, anche per i rettili risulta molto importante l'istituzione di aree protette che tutelino gli habitat che ospitano importanti elementi della nostra erpetofauna. In particolare tali aree protette dovrebbero conservare boschi costieri e zone umide minori. Inoltre di notevole importanza è anche la conservazione degli ambienti a mosaico, degli incolti, nonché degli ambienti steppici che rappresentano habitat critici per alcune specie. Il mantenimento di questi sistemi ambientali presuppone un adeguamento delle attività agricole e della pastorizia.
Molte specie sono incluse nella Direttiva Habitat e in altri strumenti legislativi internazionali, e quasi tutte le regioni si sono dotate di leggi che pongono sotto particolare tutela gran parte delle specie italiane.