Gli squilibri faunistici

Incrementi demografici e competizione

Mentre molte specie animali diminuiscono e il loro areale si riduce, altre sembrano trarre giovamento dalla presenza dell’uomo e tendono ad aumentare entrando spesso in conflitto con gli elementi dell’ambiente naturale o con le attività antropiche.

E’ un problema annoso che fino ad un recente passato veniva risolto in modo empirico con campagne di abbattimento dei selvatici considerati “in eccesso”, campagne prive di pianificazione e di fondamento scientifico che portavano nel migliore dei casi a risultati deludenti e nel peggiore alla scomparsa di animali che avevano tutto il diritto di condurre una vita libera nelle campagne e nei boschi.

Cosi come è sbagliato decretare campagne di sterminio in nome del controllo demografico, è altrettanto sciocco e imprevidente non ammettere che il fenomeno stia assumendo proporzioni sempre più gravi in alcuni casi e pensare che la natura possa risolvere tutto da sola, almeno in tempi brevi. E’ necessario quindi, come in molti altri casi, inquadrare tecnicamente il problema, analizzarlo in modo corretto senza pregiudizi e trovare le soluzioni scientificamente più valide.

I fenomeni di incremento delle popolazioni animali esistono, sono sotto gli occhi di tutti e interessano le specie con un elevato tasso riproduttivo e con un’ampia valenza ecologica in grado quindi di adattarsi ad ambienti trasformati e popolati dagli esseri umani. Il gabbiano reale (F.Cianchi/Panda Photo) invade progressivamente le città traendo vantaggio dalle discariche di rifiuti per alimentarsi, la cornacchia e la gazza aumentano spesso a discapito di corvidi più specializzati come la taccola o il gracchio corallino che sono sconfitti nella competizione per lo spazio e il cibo, i piccioni rappresentano un problema in molte città.

Gabbiano reale (F.Cianchi/Panda Photo)