Flora e Fauna
Nella zona costiera dell'Area marina protetta sono state censite 136 specie vegetali spontanee, delle quali alcune endemiche come il Limonio (Limonium dubium, Limonium retirameum, Limonium dictyocladum). Altra specie endemica della Sardegna è la serpentaria (Helicodiceros muscivorus o dracunculus), pianta perenne rizomatosa che prolifera nell’isola dei Cavoli, caratterizzata da una spata ovato-acuminata lunga 15/35 centimetri, internamente rosso-bruna e pelosa, con maculature verdi-brunastre all’esterno. Questa pianta ha la particolarità di sviluppare un processo di termogenesi, aumentando la propria temperatura, in modo da attirare gli insetti con il calore per favorire l’impollinazione.
La macchia mediterranea, nell’area costiera, è caratterizzata dal ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus), così denominato per i galbuli particolarmente sviluppati (coccole) e dal ginepro feniceo (Juniperus phoenicea) (L.Cianciotto/Panda Photo). Questo arbusto, che può assumere anche le dimensioni di un piccolo albero alto fino a sei metri, svolge un ruolo importante nel consolidamento delle dune sabbiose, agendo anche come frangivento per la sua spiccata resistenza all’aerosol marino. La formazione e la stabilizzazione delle dune è, altresì, favorita da una pianta di natura erbacea appartenente alla famiglia delle Poaceae, l’Ammophila arenaria, che con il suo apparato radicale fascicolato ed i lunghi rizomi tiene uniti i granelli di sabbia e con i suoi fitti cespugli, alti fino a 120 cm., riduce la velocità del vento. Altra pianta arbustiva molto diffusa in zona è il mirto (Myrtus communis), tipico della macchia mediterranea bassa. In virtù delle sue implicazioni di carattere economico per la produzione dell’omonimo liquore, questo arbusto, nell’ultimo ventennio, è stato oggetto di studi approfonditi per il miglioramento genetico.
Sulle coste rocciose dell’AMP è facile trovare il cavolo di Sardegna, o cavolo rupestre (Brassica insularis,) specie protetta a livello nazionale che attecchisce anche in Sicilia, Corsica, Algeria e Tunisia. Altre piante erbacee endemiche sono la firrastrina bianca (Rouya polygama), la zucca selvatica (Brionia marmorata), il verbasco di Sardegna (Verbascum conocarpum), la ferula (Ferula arrigonii), il bambagione (Holcus setiglumis) e la silene di Valsecchi (Silene valsecchiae), quest’ultima tipica anche delle coste corse.
La flora ad alto fusto è rappresentata, per maggiore diffusione, da due conifere della famiglia delle Pinaceae, il pino domestico (Pinus pinea) (G.Marcoaldi/Panda Photo) ed il pino marittimo (Pinus pinaster), ma è facile trovare anche alberi di pistacchio (Pistacia vera) alti fino a 12 metri.
Per quanto riguarda la flora bentonica si deve citare, in primo luogo per importanza e diffusione, la fanerogama marina posidonia (Posidonia oceanica) (G.Buracchi/Panda Photo) che forma rigogliose praterie sui fondali dell'Isola di Serpentara, della Secca dei Berni e della secca di Cala Caterina.
Tra le alghe verdi sono state censite alcune specie peculiari, come Cladophora repens e Cladophora fracta; tra le alghe brune Cystoseira abrotanifolia; le alghe rosse sono rappresentate da Rissoella verruculosa, Ceramium viliatum e Polysiphonia opaca.
All'interno dell'Area Marina Protetta sono presenti le specie ittiche tipiche dei mari della Sardegna, tanto dei fondali rocciosi, predominanti nell'area, quanto di quelli più sabbiosi. Le varie specie di pesci presenti evidenziano, comunque, una buona biodiversità: saraghi, triglie, dentici, ricciole, capponi, murene, cefali, orate, corvine. Tra le specie particolarmente pregiate si segnala la cernia bruna (Epinephelus marginatus) (F.DiDomenico/Panda Photo), che può raggiungere i 150 centimetri di lunghezza ed il peso di 60 chilogrammi. Tra i mammiferi, oltre alla frequente presenza dei delfini tursiopi, qualche anno fa è stato avvistato un esemplare della rarissima foca monaca (F.DiDomenico/Panda Photo).
Sui fondali rocciosi sono presenti varie specie di crostacei: aragoste (Palinurus elephas), astici (Homarus gammarus) e paguri come il Dardanus calidus, detto “paguro bernardo” (C.Borghini/Panda Photo), che ha la particolarità di utilizzare conchiglie di gasteropodi come protezione, talvolta ornandole con attinie urticanti. Nelle zone pelagiche più profonde è presente il gambero rosso (Aristaeomorpha foliacea).
Il mollusco più comune nell’area è il cefalopode Octopus vulgaris (polpo) (G. Liberta/Panda Photo), ma non mancano esemplari di Pinna nobilis (nacchera), (F.DiDomenico/Panda Photo) grande bivalve la cui conchiglia può raggiungere il metro di lunghezza. Particolarmente diffuso sulle scogliere sommerse è lo Spondylus gaederopus, bivalve di un vistoso colore rosso-violaceo, che si fissa al substrato roccioso cementandosi con la valva sinistra, ed ha la caratteristica di possedere spine molto evidenti che dipartono dalle costole radiali della conchiglia.
Per quanto riguarda la fauna bentonica, gli organismi sessili più appariscenti sono senza dubbio le gorgonie rosse (Paramuricea clavata) (M.Pulcini/Panda Photo), bellissimi antozoi che, con il loro colore rosso porpora, spesso fanno dimenticare che i tentacoli dall’aspetto floreale sono in realtà cosparsi di cnidocisti, cioè di cellule urticanti. Eleganti formazioni arborescenti dai luminosi colori giallo e bianco sono costituite, rispettivamente, dalla gorgonia gialla (Eunicella cavolinii) (A.Ricciardi/Panda Photo) e da quella bianca (Eunicella singularis). Purtroppo sempre più raro, a causa della raccolta intensiva protrattasi per secoli, il corallo rosso (Corallium rubrum) è un altro antozoo che predilige i fondali profondi e poco luminosi, ma che nella riserva, grazie alle misure di tutela, è possibile rinvenire anche a bassa profondità. Per concludere questa rassegna dei celenterati “cnidari” (cioè portatori di cnidocisti urticanti) presenti sui fondali dell’AMP è da citare il “falso corallo nero” (Gerardia savaglia) (G.Liberta/Panda Photo), altra formazione arborescente che in effetti ha uno scheletro nero simile all’ebano, ma la sua parte viva, cioè i polipi che costituiscono la colonia, sono di un bel giallo luminescente.
Sul substrato roccioso, fino a 40 metri di profondità, sono altresì presenti poriferi della specie Spongia officinalis, le “spugne”, organismi pluricellulari sessili filtratori, privi di tessuti e di organi, che formano colonie di dimensioni variabili, fino a quaranta centimetri di diametro. Parimenti sui fondali rocciosi, ma fino a 100 metri di profondità, è diffusissimo l’echinoderma Paracentrotus lividus, comunemente – ed erroneamente – detto “riccio femmina”, ritenendo che sia l’esemplare femminile di un’altra specie (Arbacia lixula).
Per quanto concerne la fauna avicola, nel contesto dello Stagno di Notteri e negli anfratti dell'Isola dei Cavoli, vivono il falco pellegrino (P.Griva-M.Santona /Panda Photo), il marangone dal ciuffo (R.Oggioni/Panda Photo), la magnanina sarda, la sterna, l'averla piccola, il calandro, la calandrella, la berta maggiore, la berta minore ed il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus). In tutta l’area sono presenti due specie di gabbiani, quello comune (Larus michahellis) ed il gabbiano corso (V.Loi-S.Pisano/Panda Photo) (Larus audouinii).