Flora e Fauna
Uno degli elementi di pregio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è la straordinaria diversità vegetale che si traduce in circa 1800 specie adattate a vari tipi di ambienti.
La vegetazione cambia man mano che ci si sposta dallo zoccolo basale dei Sibillini, posto ad un'altitudine media di 500 metri, alle cime più elevate. Fino ai 1000 metri predominano il bosco di roverella, carpino nero e orniello e la faggeta (G. Marcoaldi/Panda Photo), prima mista e poi pura.
Al di sopra del bosco si sviluppano invece i pascoli primari o naturali dove si possono rinvenire specie rare e pregiate come l’artemisia petrosa, la stella alpina dell'Appennino (G. Corte/Panda Photo), la viola di Eugenia, l’anemone appenninica e la genziana appenninica; nei ghiaioni e nelle zone detritiche è possibile osservare, inoltre, la linaria alpina e la costolina appenninica. Rilevante è anche la presenza di Ephedra nebrodensis e Carex disticha che, nel Pian Grande, ha una delle sue due uniche stazioni italiane.
La fauna comprende 50 specie di mammiferi, 150 specie di uccelli e oltre 20 specie tra rettili e anfibi. Fra i mammiferi vi è l’orso, tornato da poco ad abitare queste montagne, il lupo appenninico (P.Barbanera/Panda Photo) di cui i monti Sibillini sono stati per molti anni l’areale di diffusione più settentrionale d’Italia, l'elusivo gatto selvatico, l'istrice e il capriolo. Grazie a specifici progetti di reintroduzione, oggi nel Parco sono tornati a vivere il cervo e il camoscio appenninico, unico mammifero europeo considerato a rischio di estinzione.
Fra gli uccelli vanno ricordati l'aquila reale, che dall'istituzione del parco ha iniziato a nidificare anche in zone abbandonate da anni, l'astore e lo sparviero e il falcone pellegrino; frequenti sono anche il gracchio alpino e quello corallino, il piviere tortolino, il codirossone, il sordone, il fringuello alpino ed il picchio muraiolo.
Fra i rettili è particolarmente interessante la presenza della vipera dell'Orsini (foto G. Carotti), che sui monti Sibillini raggiunge il limite settentrionale di diffusione in Italia. Quanto agli invertebrati ricordiamo il chirocefalo del Marchesoni (foto P. Gherardi), specie endemica del lago di Pilato.