Flora e Fauna
La flora del Parco Nazionale della Majella si caratterizza per la ricchezza di specie che ammontano ad oltre 2100 entità (oltre il 65% della flora abruzzese e quasi il 30% di quella italiana) e per l’originalità espressa attraverso il numero degli endemismi che ammontano a 142 specie.
Tra queste assumono particolare rilievo la soldanella del calcare ed il fiordaliso della Majella, scelte come simbolo dei giardini botanici del Parco, e la pinguicola del Fiori, entità esclusive di quest’area.
Oltre alla componente endemica ciò che arricchisce la flora della Majella è la presenza di numerosi elementi floristici (giglio martagone, A.Petretti/Panda Photo), dovuti alla particolare posizione del massiccio montuoso a cavallo tra diverse regioni biogeografiche.
Sulle alte quote della Majella si concentrano i relitti glaciali con specie quali la driade, il papavero alpino oltre a numerose entità balcanico-appenniniche, il cui areale gravita nei settori balcanici; tra queste troviamo la stella alpina appenninica (G.Corte/Panda Photo), la genziana appenninica e l’astro alpino. Altra importante peculiarità è costituita dai relitti xerotermici che si rifugiano sulle pendici più soleggiate.
La grande escursione altitudinale che contraddistingue il massiccio della Majella ha determinato la presenza di più di 50 differenti habitat. E’ la faggeta (L.Manieri/Panda Photo) a caratterizzare il paesaggio forestale naturale dominante fino ai 1800 metri, dove è possibile trovare nella composizione l’agrifoglio, il sorbo e l’acero, oltre a diverse specie fruttifere; a valorizzare il patrimonio floristico di questa formazione vegetale, contribuiscono preziose specie come il caso dell’acero di Lobel, che sulla Majella raggiunge il limite di distribuzione settentrionale. La mugheta, costituisce la fascia degli arbusti contorti più estesa dell’Appennino ed uno degli habitat più peculiari della Majella, localizzata nella fascia altitudinale compresa tra i 1.700 ed i 2.300 metri.
Non mancano inoltre biotopi di notevole interesse geobotanico a carattere relitto, come la formazione di betulla, il caprifoglio nero, il rovo erbaceo, il mirtillo nero e la bellissima scarpetta di Venere.
Anche la fauna del Parco della Majella è estremamente ricca.
Il lupo appenninico (E.Coppola/Panda Photo), specie simbolo del Parco, si riproduce in maniera stabile e regolare in quest’area, con una popolazione costituita da circa 10/12 branchi differenti che si nutrono quasi esclusivamente delle prede naturali presenti nei diversi ambienti che caratterizzano il territorio.
L'orso bruno marsicano (G.Marcoaldi/Panda Photo) vive stabilmente nel settore meridionale dei Monti Pizi, e con diversi individui che frequentano sempre più regolarmente anche altre aree della Majella e dei principali massici montuosi del Parco.
Il camoscio appenninico (G.Marcoaldi/Panda Photo), dopo la reintroduzione avviata nel 1992, è attualmente presente con una delle popolazioni che attualmente conta circa 600 individui che oltre alle aree del Monte Acquaviva e Cima delle Murelle, stanno colonizzando tutte le aree del Parco caratterizzate da ambienti idonei ad ospitare branchi riproduttivi.
Anche il capriolo ed il cervo, dopo la reintroduzioni, sono presenti in numero elevato, concentrati soprattutto nel settore settentrionale del Parco.
Gli ambienti forestali ospitano un’importante popolazione di gatto selvatico e della rara ed elusiva martora (M.Biancarelli/Panda Photo), oltre a molte specie di uccelli legati agli ambienti forestali come il picchio dorsobianco, la balia dal collare, il falco pecchiaiolo (B.Santucci-G.Guerrieri/Panda Photo) e l’astore. Nei valloni calcarei, tipici del versante orientale del massiccio della Majella, vivono, invece, tra le più importanti colonie appenniniche di gracchio corallino, gracchio alpino (P.Fanti/Panda Photo), rondone maggiore e importanti popolazioni di aquila reale, picchio muratore (R.Siniscalchi/Panda Photo), falco pellegrino ed il raro lanario.
Tra gli anfibi particolarmente rari sono presenti l'ululone appenninico (Bombina pachypus) (foto G. Carotti), la salamandra pezzata (Salamandra s. gigliolii) (foto G. Carotti) e la salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata) (foto G. Carotti).