Storia e Geografia
Ferdinando D’Aragona nel ‘400 destinò l’area di quella che oggi è la Riserva Naturale Statale “Cratere degli Astroni” a riserva reale di caccia; durante il regno dei Borbone i sovrani vi organizzavano battute di caccia soprattutto ai cinghiali e ai cervi. Nel corso della seconda guerra mondiale diventò un deposito per le armi e, alla fine degli anni novanta, oasi WWF per la protezione e il rifugio della fauna stanziale e migratoria.
Il Cratere degli Astroni rappresenta quella che in geologia si definisce una caldera, cioè un’ampia depressione che si forma di solito dopo lo sprofondamento di un edificio vulcanico a seguito di una violenta esplosione. Fa parte del più complesso cratere di Agnano, inserito nell’area vulcanica dei Campi Flegrei; con i suoi 3600 anni è il più giovane tra i crateri e si estende per 247 ettari.
Il fondo del Cratere degli Astroni, che si trova a 10 metri sotto il livello del mare, è interessato dalla presenza di tre specchi d’acqua: quello che si trova nella depressione maggiore è chiamato Lago Grande, ha una superficie di circa 3,3 ettari ed è tuttora alimentato dalle acque della falda originaria; le due conche di estensione minore invece, alimentate prevalentemente da acqua piovana, hanno determinato la formazione del Cofaniello Piccolo e del Cofaniello Grande, che attualmente hanno le dimensioni di due stagni poco ampi. Sempre nella stessa zona depressa ci sono alcuni rilievi, tra i quali il Colle dell'Imperatore e il Colle della Rotondella, formatisi in seguito all'attività eruttiva.