Storia e Geografia
Il Parco comprende tre gruppi montuosi: la catena del Gran Sasso d’Italia, il massiccio della Laga ed i Monti Gemelli.
Nel territorio del Parco si trovano la vetta più alta dell’Appennino, il Corno Grande (R.Polini/Panda Photo) che raggiunge i 2912 metri, e l’unico ghiacciaio appenninico, il Calderone (L.Sestieri/Panda Photo), il più meridionale d’Europa.
Geomorfologicamente, la catena del Gran Sasso è costituita da calcari e dolomie che conferiscono alla montagna un aspetto maestoso, con pareti altissime e verticali non riscontrabili in nessun altro settore dell’Appennino. La natura calcarea delle rocce favorisce la presenza di fenomeni carsici come doline, inghiottitoi, conche, grotte, gole e forre scavate dalle acque, ben evidenti a Campo Imperatore, il più vasto altopiano dell’Appennino, e nei Monti Gemelli, anch’essi di natura calcarea.
La montagna, oltre che dall’acqua e dagli altri agenti atmosferici, è stata modellata dagli antichi ghiacciai ormai scomparsi, le cui tracce sono tuttora leggibili nei depositi morenici o nelle grandi valli a forma di “U” scavate e modellate dai ghiacciai quaternari.
I Monti della Laga (Foto G. Carotti), che raggiungono con il Monte Gorzano i 2458 metri di quota, sono invece costituiti da arenarie e marne. La natura geologica condiziona la morfologia di queste montagne, le cui cime si presentano più arrotondate, con numerose valli incise e profonde.
La costituzione marnoso-arenacea fa sì che l’acqua scorra impetuosa in superficie, raccogliendosi in ruscelli, torrenti e fiumi, che precipitano a valle formando decine di cascate. Tra le più alte ed imponenti si ricordano quelle della Morricana (M.Branchi/Panda Photo), della Volpara, delle Barche, della Cavata, delle Cento Fonti, della Fiumana, e tante altre che in inverno, ghiacciate, offrono uno spettacolo di rara bellezza.
Dal punto di vista storico, la ricchezza dell’ambiente e l'abbondanza delle acque, oltre alla disponibilità di terreni fertili e di pascoli, hanno determinato una forte antropizzazione dell’area (Laturo, sullo sfondo i Monti Gemelli innevati. Foto G. Carotti) con il radicarsi di tradizioni e culture ancora oggi presenti nel “vivere quotidiano” di questo territorio.