Storia e Geografia
La presenza dell’uomo sull’isola, che si trovava sulla rotta dell’ossidiana, è testimoniata a partire dal tardo neolitico (4000 anni fa); ad avvalorare questa tesi è stato il ritrovamento di tracce di schegge lavorate di ossidiana in località “Cala Rossano” e “Fontanelle”.
A partire dalla fine del I sec. a. C. iniziò la costruzione di una villa imperiale destinata all’ “otium” con annesso porto (S.Vannini/Panda Photo) e peschiera divenuta, in seguito, anche luogo di esilio di esponenti della famiglia imperiale; nel 2 a.C., Giulia, figlia di Augusto, fu la prima ospite illustre per violazione della “lex Iulia” sulla moralizzazione pubblica. Successivamente vi fu Agrippina, esiliata da Tiberio nel 29 d.C. ed Ottavia, mandata nell’isola da Nerone nel 62 d.C. L’ultima esiliata di rango imperiale fu Flavia Domitilla, nel I sec. d.C., accusata di giudaismo da Domiziano.
Dopo il I sec. d.C. iniziò l’abbandono e il degrado dell’isola e i pochi abitanti rimasti si limitarono a sfruttare e a modificare le strutture già esistenti curando la manutenzione delle strutture essenziali quali il porto e il sistema idrico.
Sino alla fine del medioevo l’area non fu abitata in modo stabile dall’uomo, salvo che da piccole comunità religiose.
Nel XVI sec. le isole pontine vennero cedute dallo Stato Pontificio alla famiglia Farnese. Nel 1734 con la costituzione del Regno delle Due Sicilie da parte di Carlo III di Borbone, le isole pontine divennero patrimonio privato del Re di Napoli.
Sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone, nel 1772, ventotto nuclei familiari provenienti prevalentemente dai paesi della costiera napoletana e sorrentina diedero inizio alla colonizzazione definitiva di Ventotene (G.Marcoaldi/Panda Photo) e allo sfruttamento agricolo intensivo dell’area, determinando i presupposti per un irreversibile stravolgimento naturalistico dell’isola.
A partire dal 1817 Ventotene ed il carcere di S. Stefano divennero il luogo di esilio per tutti coloro che ostacolavano il consolidamento del regno di Napoli; dopo il 1870 rimase in funzione come luogo di detenzione solo l’Ergastolo di S. Stefano. Nel 1926, durante la dittatura fascista, Ventotene fu destinata di nuovo ad assolvere l’antica funzione di luogo di confino.
Nel 1940 a Ventotene si trovavano circa 900 confinati e la sorveglianza era affidata ad un piccolo esercito di 350 uomini. Da un gruppo di intellettuali confinati a Ventotene, guidato da Altiero Spinelli, Eugenio Colorni e Ernesto Rossi, nacque l’idea del “Manifesto di Ventotene”, da cui ebbe origine il Movimento Federalista Europeo, nucleo ispiratore dell’Europa Unita.
Il 24 Luglio del 1943 aerei alleati affondarono, ad un miglio da Ventotene, il piroscafo di linea S. Lucia che collegava le isole Pontine alla terra ferma; le vittime civili di questo drammatico episodio bellico sono ancora oggi ricordate dalle comunità isolane.
Nell'agosto del 1943 i confinati lasciarono Ventotene; tra questi Altiero Spinelli, che vi fece ritorno e qui riposa dal 1986 per sua espressa volontà.
Tra i molti detenuti del carcere di Santo Stefano vanno ricordati Sandro Pertini che vi fu rinchiuso tra il 1929 e il 1931, Carlo Rossetti, Iacometti, Terracini, Scoccimarro, e molti altri. La detenzione politica finì solo dopo la caduta del fascismo, così l’ergastolo ritornò alla sua funzione originaria. Il carcere fu ufficialmente chiuso il 2 settembre 1965.
Geologicamente la nascita dell’arcipelago Pontino si colloca tra la fine del Terziario ed il Quaternario antico (da 3 a 1,3 milioni di anni fa).
La formazione delle isole sarebbe durata oltre 500mila anni, ma la storia geologica e geormorfologica di Ventotene e S. Stefano (G.Marcoaldi/Panda Photo) è differente dalle altre isole dell'arcipelago sia cronologicamente, in quanto più recenti, che geologicamente, essendo formate da tipi di rocce differenti.
La formazione di Ventotene ebbe inizio circa 1.700mila anni fa a seguito di forti eruzioni vulcaniche. Le dimensioni e la forma erano, inizialmente, molto diverse dall’attuale, ma nei secoli l’erosione marina ed eolica hanno portato l’isola alla forma odierna.
Partendo da Punta dell'Arco si può notare uno strato di rocce nere basaltiche formatesi da una grande colata lavica derivata da eruzioni effusive sul quale si stese uno strato di ceneri e lapilli che formarono il nucleo iniziale dell'isola. La stratificazione geologica è visivamente evidente, con gli strati nettamente differenziati tra loro anche nel colore.
L'estremità settentrionale di Ventotene è composta da una un imponente complesso tufaceo formatosi da eruzioni successive e differenti da quelle che crearono il primo nucleo presente a Punta dell’Arco.
Sul versante orografico l’area presenta numerose valli sospese e dirupi verticali, mentre la costa è caratterizzata da falesie, promontori sporgenti e grandi lingue di nero basalto a mare.