Il parco e le sue normative
La prima azione di tutela che ha visto coinvolta l’area delle Secche di Tor Paterno fu l’istituzione di una Zona di Tutela Biologica (Decreto del Ministero della Marina mercantile n.402/88), piuttosto estesa e che riguardava parzialmente anche l’attuale Area Marina Protetta.
Questa forma di tutela nasceva con l’intento di razionalizzare un’attività economica, la pesca, e non con finalità di protezione di un particolare ecosistema o delle specie animali e vegetali che lo popolavano.
Il provvedimento di tutela biologica rivolto alle Secche terminò nel 1994.
La successiva azione di tutela fu l’istituzione dell’AMP, con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29 novembre 2000 (pubblicato sulla G.U. n.16 del 20/01/2001), cui si è giunti dopo l’iter previsto per legge e contestualmente affidata alla gestione di RomaNatura.
L’Area marina protetta, così come identificata dal Decreto Istituivo, non comprende tratti di costa né parti emerse e, per tale motivo, costituisce un esempio unico nel panorama italiano delle MMP.
Anche dal punto di vista della zonazione le Secche di Tor Paterno si presentano come un caso unico nel sistema, in quanto si configura in un’unica zona di riserva generale mentre le altre Aree marine normalmente prevedono zone sottoposte a diversi livelli di tutela; pertanto vi è un'unica zona di tipo B, dove sono consentite alcune attività di fruizione ritenute compatibili con la protezione e la salvaguardia degli ecosistemi e delle specie presenti.
Tra le iniziative messe in atto per salvaguardare l’area, va ricordato che una parte delle Secche è stata proposta nel giugno del 1995 come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ai sensi della direttiva 92/43/CEE, essenzialmente al fine di tutelare il prezioso habitat a Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae), che rischia di scomparire nel territorio europeo degli stati membri e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare.
Il Codice dell’AMP è EUAP1172.
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