Storia e Geografia
Sul versante storico e di antropizzazione del territorio, gli stanziamenti umani più antichi del Sinis di maggiore rilevanza si trovano nel sito di Cuccuru is Arrius, dove la fase insediativa più antica è rappresentata dalla necropoli ipogeica di cultura Bonuighinu (V mill. a.C.). Altre testimonianze di età preistorica si trovano a Conca Illonis e a Is Aruttas.
Durante l’età del Bronzo Medio (1700-1365 a.C.) e Recente (1365-1200 a.C.), il popolamento del Sinis si intensificò con una fitta rete di nuraghi a tholos (ben 75); eccezionali testimonianze della fine della civiltà nuragica possono essere considerate le monumentali statue rinvenute a Monti Prama.
L’arrivo dei Fenici (fine VIII a.C.) mutò l’assetto del territorio; le tracce semitiche più antiche sono segnalate nella città di Tharros (foto P. Gherardi), nelle aree funerarie, e nel tofet. Con l’avvento cartaginese sull’isola (seconda metà VI sec. a. C.) Tharros assunse un aspetto monumentale: la città venne dotata di un circuito difensivo e di diversi templi.
Con la conquista romana (238 a.C.) Tharros di età repubblicana manifestò una forte continuità negli schemi insediativi, ma dal II sec. a.C. venne dotata di edifici pubblici: terme, Castellum Aquae, templi. Il sistema viario venne pavimentato con lastre in basalto e venne realizzato il sistema fognario per lo smaltimento delle acque.
In età tardo antica e alto medievale (IV – VI sec. d.C.) nel territorio si svilupparono alcuni grandi insediamenti: San Salvatore, San Giorgio, Sa Rughe Zanda e Sa Pedrera.
Nell’XI secolo, con il declino di Tharros e lo spostamento della sede episcopale e della capitale giudicale, il Sinis si spopolò favorendo lo sviluppo della villa di Cabras.
I lineamenti geomorfologici della penisola del Sinis, dai quali derivano le forme essenziali dei fondali e del paesaggio costiero, sono riconducibili a fenomeni tettonici regionali avvenuti in fasi, che hanno scomposto l’oristanese in zolle al cui margine occidentale si erge l’alto strutturale granitico dell’Isola di Mal di Ventre.
Anche la penisola del Sinis presenta un territorio geologicamente omogeneo, essendo anch’esso caratterizzato da un substrato ad andamento pianeggiante sviluppatosi sopra depositi alluvionali del Quaternario.
Nelle zone costiere predominano depositi olocenici (ghiaie, sabbie, limi e argille sabbiose), mentre a quote superiori si trovano depositi plio-pleistocenici (conglomerati, sabbie e argille); da tali conformazioni differiscono il promontorio di Capo San Marco (A.Fratus-M.Santona/Panda Photo) ed alcuni settori limitati della penisola, dove affiorano calcarei miocenici e vulcaniti plio–pleistoceniche.
I depositi calcarei della costa del Sinis presentano per lo più falesie alte a picco sul mare, come l’imponente falesia di Su Tingiosu, con un’altezza di circa 25 m e una lunghezza intorno ai 2000 m. Lungo il perimetro costiero sono presenti spiagge basse alle quali si deve la fama del Sinis, come la spiaggia di Is Aruttas, con un arenile sabbioso formato da granuli di quarzo bianco levigati dal mare, originatisi dall’erosione dell’antistante isola granitica di Mal di Ventre, unico residuo di un esteso affioramento che anticamente lambiva tutta la costa occidentale sarda. Queste litologie si sovrappongono in una sequenza di formazioni con diverse sfumature di colore, testimoni di quei fenomeni geologici (vulcanici e sedimentari) che sono stati alla base della loro genesi.