Storia e Geografia
Le prime fonti storiche documentate e testimoniate da reperti archeologici risalgono al periodo punico. Probabile colonia cartaginese, il sito presenta la particolare condizione di sicuro porto dietro l'isolotto dell’Isola delle Femmine, al riparo dai venti di levante.
Dal bollettino ecclesiastico di Monreale datato 1912 si legge che, con l'antico nome di "Isola di Fimi", risalente al 1176, si intendeva l'isola che sorge all'imboccatura del seno marittimo che si estendeva verso ovest sino a Punta Raisi, nel territorio di Carini; definito anche “Prope portum Gali”, poi Porto di Gallo nel 1581, ed oggi corrispondente al punto di Grotta dell'Olio, tra il promontorio di Barcarello ed il Malpasso.
In data imprecisata fu costruita la tonnara di Fimi; il nome deriva dal latino Fimis, trascrizione del vocabolo arabo fim (bocca o imboccatura), termine poi trasformato nel dialetto Fimmini ed italianizzato in "femmine". La tonnara fu donata nel 1176 da Guglielmo II il Buono all'abate Teobaldo, vescovo di Monreale. Intorno al 1400 fu edificata una modesta chiesa adiacente alla tonnara per il culto dei pescatori. Tra i secoli XV e XVIII la pirateria praticata in tutto il bacino Mediterraneo arrecò danni all'economia e ai traffici marittimi delle zone limitrofe alla fascia costiera, compresa la comunità di Isola delle Femmine.
Si presentò così la necessità di fortificare i centri urbani costieri con un sistema di torri allineate a pianta quadrata e circolare, sui punti più elevati del territorio, per avvistare il nemico proveniente dal mare, avvisare in tempo la popolazione per l'evacuazione e predisporre la strategia difensiva necessaria per contrastare gli sbarchi nemici. Alla fine del XVI secolo furono progettate e costruite centinaia di torri con la collaborazione degli architetti più illustri del tempo.
Ancora sono oggi presenti, come segno di forte caratterizzazione del territorio comunale (anche se non adeguatamente valorizzati) i ruderi delle due torri in mare e in terra risalenti a quel periodo. Sull'isolotto, già meta di frequentazione in età punico-romana come attestato dal ritrovamento delle cisterne e delle ancore di piombo nello specchio di mare tra Isola e Sferracavallo, sorge la "Torre in mare", progettata dall'architetto militare toscano Camilliani ed eretta alla fine del 1600 a difesa del borgo marinaro e delle zone limitrofe. La costruzione presenta una pianta quadrata e parte basamentale scarpata, con due cisterne per la raccolta delle acque meteoriche e struttura muraria portante con spessore di oltre due metri.
La "Torre in terra", la cui presenza è testimoniata già nel 1176 a difesa della "Tonnarella monta e leva", fu edificata su una probabile preesistenza, già citata nei documenti risalenti al 1329 e 1383. Recentemente è stata restaurata a cura della Provincia Regionale di Palermo.
Sia l'isolotto che la terraferma appartenevano nel XVI secolo alla famiglia Bologna, mentre la tonnara era di proprietà dell'arcivescovato di Monreale ma pretesa dal conte Gilberto Bologna, proprietario dei fondi di Capaci che includevano l'attuale territorio di Isola.
Nel 1799 il territorio costituente parte del fondo dei Conti di Capaci fu concesso ai pescatori per edificare un borgo. Si configurò così il nucleo iniziale del centro urbano di Isola delle Femmine, il cui asse trasversale è costituito dall'edificio della tonnara e dalle piazze Umberto I e piazza XXI Aprile. Ai lati dell'aggregato urbano sorgono il Piano Levante e Piano Ponente, in cui si stendevano le reti ad asciugare. Considerata la configurazione del suolo del territorio, non adatto alla coltivazione, l'attività principale si è sempre rivolta alla pesca, in particolare del tonno che stagionalmente attraversava le acque territoriali dei dintorni. Tale attività ha condizionato lo sviluppo economico, sociale e urbanistico del territorio legato al mare, come fonte di sostentamento quasi assoluta.
Nel 1854 la borgata, che nel frattempo era stata denominata genericamente “Tonnara”, divenne un comune indipendente con il nome di “Isola delle Femmine”. La popolazione da allora crebbe progressivamente, tranne il periodo tra il 1880-1900 in cui una consistente percentuale degli isolani emigrò in America. L'emigrazione diventò un vero e proprio esodo verso il miraggio americano, con la fondazione del borgo di Pittsburg, sul fiume Sacramento, presso San Francisco.
L'espansione demografica riprese nel 1965 con il trasferimento stagionale della popolazione di Palermo per le vacanze estive. Nel 1997 la Regione siciliana istituì la Riserva naturale odell’Isola delle Femmine (l’Isolotto) e nel 2002 fu istituita l’Area marina protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine, a testimonianza dell’importanza paesaggistica, ambientale e naturalistica del territorio.
La storia geologica dell’area ha avuto origine circa 210 milioni di anni fa. Le rocce che costituiscono Monte Gallo e l’omonimo promontorio sono di natura carbonatica e la presenza di testimonianze fossili individua un ambiente di formazione marino tropicale poco profondo tipico di barriera corallina. A seguito del sollevamento dei fondali il monte ha subito spostamenti rispetto alle terre emerse e circa centomila anni fa si è definita la sua attuale posizione.
Le coste dell’AMP sono caratterizzate da rocce sedimentarie organogene denominate “Trottoir a vermeti”. Si tratta di piattaforme calcaree, emergenti con bassa marea, che formano dei veri e propri marciapiedi (trottoir) lungo le coste rocciose dove è possibile passeggiareformate dalla cementazione di innumerevoli gusci calcarei di Molluschi Gasteropodi “vermiformi” (Dendropoma petraeum) e di alghe calcaree. Queste biocostruzioni costiere mediterranee sono del tutto paragonabili a quelle delle più famose barriere coralline tropicali e come queste ultime costituiscono ambienti ad elevata biodiversità, cioè aree in cui è presente un elevato numero di specie viventi.
Nel periodo quaternario si sono avute delle oscillazioni del livello del mare che hanno influenzato e modellato il paesaggio costiero dell’area marina protetta. La testimonianza dell’oscillazione del livello marino può essere rilevata sulle pareti del Monte Gallo, in cui è possibile individuare solchi del battente a circa 40 m di quota. A questa stessa altezza si trovano grotte scavate dal mare che nel passato sono state abitate dall’uomo del Paleolitico superiore, che ha lasciato tracce tangibili della sua presenza. L’oscillazione del livello marino è inoltre testimoniata dai depositi calcarenitici costieri ricchi in fossili marini, resti di antiche spiagge. Tipiche morfologie costiere, come quelle che si trovano sia a Capo Gallo che a Capo Rama, formate dalla stessa tipologia di rocce, sono le falesie, ovvero pareti alte anche centinaia di metri a picco sul mare. Ma oltre all’azione delle acque del mare è da considerare l’azione delle acque piovane che infiltrandosi nelle rocce ed insinuandosi in profondità scioglie il calcare formando cavità e grotte. Questo fenomeno dà luogo al carsismo, processo di dissoluzione che avviene nelle rocce carbonatiche (calcari) ed evaporitiche (gessi) ad opera dell’azione di acque circolanti nel suolo e nel sottosuolo. L’oscillazione del livello del mare è visibile anche sott’acqua dove è possibile individuare le “paleo rive” cioè le antiche linee di costa, nonché grotte sommerse, semisommerse e tunnel sottomarini.