Storia e Geografia
La storia del Pollino è legata indissolubilmente a quella dei centri abitati di maggiore importanza tra cui Castrovillari, Civita, Morano Calabro e Acquaformosa; va ricordato che proprio alla zona del Pollino si lega la storia delle comunità arbëreshë. Si tratta di una minoranza etno-linguistica albanese che si stabilì in Italia tra il XV e il XVIII secolo, in seguito alla morte dell'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Skanderbeg ed alla conquista progressiva dell'Albania e di tutto l'Impero Bizantino da parte dei turchi ottomani. Anche la loro storia ha caratterizzato l’evoluzione socio-culturale dell’area.
Il Parco prende il suo nome dal Massiccio del Pollino e presenta un territorio dalla morfologia prevalentemente montuosa che si compone di tre sistemi di rilievo principali che si levano fino alle quote più alte dell'Appennino meridionale: quello del Pollino, situato al centro del Parco, a sud ovest il complesso dei monti dell'Orsomarso e, nel settore settentrionale, si erge isolato il monte Alpi. Serra Dolcedorme (2267 m s.l.m.) (F. Bevilacqua/Panda Photo), Monte Pollino (2248 m s.l.m.), Serra del Prete (2181 m s.l.m.), Serra delle Ciavole (2127 m s.l.m.) e Serra di Crispo (2053 m s.l.m.) sono le vette più alte del Parco.
Il territorio custodisce endemismi rari ed eccezionali come il pino loricato, simbolo del Parco; inoltre i luoghi naturali, coperti di vaste faggete, rocce dolomitiche, accumuli morenici e circhi glaciali, sono arricchiti da siti paleontologici, come la Grotta del Romito (foto P. Gherardi) e la Valle del Mercure, ed archeologici come nel Centro Storico di Laino Castello.