Flora e Fauna
Non vi è dubbio che una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del Parco risieda nella grande ricchezza e rarità della flora.
Nell’area si ha una consistenza di circa 1400 entità (circa un/quarto della flora dell'intero territorio nazionale) e tra queste non sono poche quelle che meriterebbero di essere ricordate perché endemiche, rare o di elevato valore fitogeografico.
La parte meridionale è la più ricca, avendo subito meno gli effetti delle glaciazioni e dove sono sopravvissute specie antiche (fioriture primaverili, F.Cianchi/Panda Photo). Molto numerose sono le presenze localizzate di specie rare o che qui si trovano il confine del proprio areale. Oltre al contingente alpino propriamente detto (e in particolare di quello orientale), boreale ed eurasiatico-temperato, ben rappresentate sono le specie a gravitazione orientale (illiriche, pontiche, del sud-est europeo) e quelle delle montagne circummediterranee (mediterraneo-montane).
Le principali rarità del Parco sono: il Delphinium dubium, la Cortusa matthioli, l’Astragalus sempervirens, l’Alyssum ovirense, il Thlaspi minimum, il Lilium carniolicum, la Campanula morettiana, la Rhizobotrya alpina, il Sempervivum dolomiticum, il Trifolium noricum, oltre alla recentissima ed esclusiva Alchemilla lasenii, dedicata al suo scopritore, il prof. Cesare Lasen, botanico feltrino e primo presidente dell'Ente.
Nel Parco, oggi, anche in conseguenza dei secolari interventi antropici, la vegetazione è estremamente diversificata.
Salendo di quota si individuano la fascia medioeuropea, composta da boschi di latifoglie, con carpini e querce, la fascia subatlantica, con estesi boschi di faggio, talvolta misti a conifere (larici, G.Cappelli/Panda Photo), ad esempio in Cajada ed in val Grisol con bei popolamenti di abete bianco (F.Bevilacqua/Panda Photo). In stazioni asciutte e ripidi versanti, vegetano pinete di pino silvestre e pino nero.
Nella fascia boreale le faggete sono sostituite dalle mughete, mancando quasi ovunque una vera fascia a dominanza di abete rosso, in ragione del particolare clima regionale. Si trovano poi gli arbusteti d’alta quota dominati da rododendri (M.Guoli/Panda Photo), ginepro nano e, in stazioni fresche, da ontano verde e salici.
La fascia alpica è quella di maggiore interesse botanico, caratterizzata da praterie primarie con diversi tipi di comunità vegetali: seslerieti, nardeti, festuceti, cariceti. Rupi e ghiaioni, apparentemente sterili ed inospitali, offrono invece l’occasione per ammirare associazioni vegetali di eccezionale interesse naturalistico quali il sassifrageto delle fessure (con Saxifraga burserana), che vegeta su calcari stratificati, il sassifrageto di stillicidio (con Saxifraga mutata), l'associazione a Campanula morettiana (su rupi dolomitiche percorse da correnti d'aria umida), le associazioni dei ripari sottoroccia e il raro alisseto dei brecciai (con Alyssum ovirense).
Per quanto riguarda l’ambito faunistico il Parco comprende una grande varietà di ambienti che consente a moltissime specie animali di trovare le condizioni adatte per vivere e riprodursi. Il gelo invernale, la scarsità di cibo, il vento sferzante e le forti radiazioni solari vengono affrontati grazie a strategie di adattamento. Così, ogni ambiente, se osservato con attenzione, ci rivela una grande ricchezza di forme animali.
Tra i mammiferi presenti, le specie più significative sono gli ungulati: il camoscio (E.Dragesco/Panda Photo), il capriolo ed il cervo (G.Pollini/Panda Photo). Presente è anche il muflone (introdotto) mentre viene segnalato occasionalmente, alle pendici del Parco, anche la presenza del cinghiale. È prevista la reintroduzione dello stambecco.
Sono presenti praticamente tutte le specie della fauna alpina: lepre variabile (E.Dragesco/Panda Photo), volpe, tasso, ermellino (L.Cappelli/Panda Photo), donnola, martora (M.Biancarelli/Panda Photo), faina, scoiattolo, ghiro e riccio. La marmotta (R.Siniscalchi/Panda Photo), presente all’estremo nord-orientale del Parco, è stata oggetto di un recente e ben riuscito piano di reintroduzione.
Episodiche sono le segnalazioni di lince (M.Lanini/Panda Photo) ed orso, che hanno iniziato a frequentare il territorio del Parco.
L’avifauna è piuttosto ricca e diversificata, anche grazie alla varietà di ecosistemi delle Dolomiti Bellunesi.
Ben rappresentati i rapaci sia diurni sia notturni: aquila reale (con nove coppie nidificanti) (B.Midali/Panda Photo), astore, sparviere, gufo reale (M.Lanini/Panda Photo), allocco, civetta capogrosso (S.Meyers/Panda Photo) e civetta nana, per citarne solo alcuni.
Importante è anche la popolazione dei tetraonidi: gallo cedrone, fagiano di monte (B.Midali/Panda Photo), francolino di monte e pernice bianca (S.Meyers/Panda Photo). Gli ambienti forestali sono arricchiti dalla presenza del picchio nero.
La fauna erpetologica è ben rappresentata, nonostante la relativa scarsità di ambienti umidi del Parco. Insieme a rane e tritoni (L.Manieri/Panda Photo), va segnalata la non comune salamandra nera. Sono presenti anche quella pezzata, la coronella austriaca, il biacco (M.Campora/Panda Photo), il colubro di esculapio, la natrice.
Da segnalare alcuni endemismi esclusivi tra gli invertebrati: l'Orotrechus pavionis, il Orotrechus theresiae, la Sinuicollia dalpiazi, il Leptusa pascuorum pavionis.